Adolescenza terminabile e interminabile
8 9 2017
Adolescenza terminabile e interminabile

Da Gioventù bruciata all'adultescenza

Una fase di passaggio non è mai facilmente definibile, perché trova la sua definizione attraverso dei paletti che decidiamo di metterle: da dove siamo partiti e verso dove ci dirigiamo. L'adolescenza ci accompagna dall'infanzia all'età adulta attraverso una maturazione fisica e psicologica, tutto il corpo cambia, compreso il cervello che compie una trasformazione delle proprie aree e delle strategie cognitive. Ma la crescita non è solo un rinnovamento strutturale perché il nocciolo è la ricerca di sé e la costruzione di un'identità. Il concetto attuale di adolescenza nasce da un recente passato, andando ad affiancare il termine “pubertà” ovvero sviluppo fisico e sessuale. Massimo Ammaniti spiega come la sua origine sia rintracciabile negli anni Cinquanta di Gioventù bruciata: un gruppo di giovani rifiuta di assimilare le regole sociali, poiché il mondo adulto del dopoguerra appare loro non desiderabile. In questo caso, la ricerca procede per contrapposizione ad un modello.

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Ma cosa accade se non ci sono modelli con cui confrontarsi? Se non ci sono più tappe fisse né riti di passaggio? I paletti vengono meno e l'adolescenza si protrae per un tempo indefinito. Una fase di passaggio diviene una condizione di stallo: l'ingresso nel mondo del lavoro avviene con difficoltà, l'università diviene un parcheggio ed i giovani escono da casa sempre più tardi. D'altro canto i genitori possono ricadere in atteggiamenti giovanilistici, tuttavia come ricorda Ammaniti «i figli non vogliono genitori-amici, ma modelli che fungano da guida». Considerando quindi che non tutte le cause dipendono strettamente dalla volontà dell'individuo, ma dalle condizioni storico-sociali attuali, il termine “bamboccioni” non può essere una risposta valida, perché se si dà ai giovani la possibilità di maturare e mettersi alla prova, loro la sanno cogliere. La soluzione migliore sta, secondo il professore, nell'opportunità di crescita ovvero la responsabilizzazione, la quale prevede anche dolore, rifiuto e solitudine da fronteggiare e rielaborare. «L’adolescenza è una ‘malattia’ normale. Il problema riguarda piuttosto gli adulti e la società: se sono abbastanza sani da poterla sopportare».


Se volete approfondire ancora qua trovate l'intervista fatta appena prima della sua lavagna.

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