Al di là dello sguardo
9 9 2017
Al di là dello sguardo

L'universo nei tuoi occhi di Jennifer Niven

I piccoli volontari della redazione junior sono più che pronti. Saranno loro a raccontare gli eventi con nuove prospettive e presentare i laboratori della Casa del Mantegna, dedicati al nostro pubblico più giovane.



Con la prima domanda posta dal presentatore Federico Taddia il pubblico è entrato nel vivo dell'argomento. Il quesito era infatti: «Come nasce un tuo personaggio?». La scrittrice Jennifer Niven ha rivelato che i suoi personaggi sono spesso ispirati da persone che conosce e con cui ha interagito, ma tende a metterci dentro anche una parte di sé.

Quando scrive, è convinta di conoscere già la trama, ma in realtà andando avanti con il racconto, si rende conto di quanto il personaggio si stacchi dalla persona a cui è ispirato e quindi prenda una propria strada. Per esempio Libby e Jack ne L'universo nei tuoi occhi presentano caratteristiche molto simili ai suoi cugini. Lei in sovrappeso e lui affetto da prosopagnosia, malattia neurologica che non permette di riconoscere i volti.

L'autrice è molto presente sui social, dove ha creato uno spazio sicuro e positivo per i suoi lettori (http://www.jenniferniven.com). È convinta che Internet presenti sia lati positivi che negativi; certe persone tendono ad aprirsi più facilmente, a condividere i propri pensieri e a trovare amici online, perché possono sentirsi a disagio a parlare a tu per tu con gli altri. Poi le è stato chiesto se trova conforto nell'identificarsi in un personaggio e Jennifer ha spiegato che l'identificazione può avere effetti potenti e che è sempre piacevole rivedersi sulla pagina. La scrittrice ha confessato di essere spaventata dei possibile cliché e per questo cerca sempre di stupirsi nella convinzione che in questo modo il lettore non si annoierà e non troverà banali gli avvenimenti narrati.

Federico: «Tieni i tuoi libri a casa? Dove?» Jennifer: «Sì, li tengo su uno scaffale nel mio ufficio insieme a tutte le traduzioni, però non c'è più spazio e quindi ho iniziato a riempire anche la cabina-armadio».


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