Consapevolezza verde
4 9 2016
Consapevolezza verde

Le due tendenze dell'ecologia

Il più grande equivoco che si è creato tra la natura e l'uomo nasce forse dalla famosa formula parmenidea: «L'essere è e il non essere non è».

La relazione tra Parmenide e l'ecologia sembra inesistente, eppure possiamo dire che è proprio dalla cattiva interpretazione di questa frase che oggi deriva, indirettamente, lo scioglimento dei ghiacciai e l'aumento dei livelli del mare. Parmenide infatti dice una cosa molto semplice: c'è un solo livello di essere, in cui tutto ha lo stesso valore perché esiste; il resto non vale perché non è nulla. Tuttavia, ad un certo punto, la frase fu fraintesa ed il mondo fu diviso in due: da una parte quello che ha valore, il mondo vero, e dall'altra quello che non esiste (o esiste in modo minimo) e che quindi vale meno dell'originale.

Questa cattiva interpretazione si è incarnata prima nella filosofia di Platone, con la differenza tra mondo delle idee e delle copie, e poi nel cristianesimo, con la differenza tra un mondo vero e ultraterreno ed uno concreto ma falso e provvisorio, in cui l'uomo è condannato a soffrire, lavorare e produrre. Quest'ultimo, presto abbandonato per il primo, incarna il mondo debole, privo di valore: da Platone in poi quindi, costretti a lavorare per sopravvivere, abbiamo vissuto nel mondo che vale meno e lo abbiamo sfruttato fino alla produzione smodata ed incontrollata.

Solo nella seconda metà dell'800, al tempo delle rivoluzioni industriali, i primi geografi ed ecologisti si sono resi conto che la natura era in affanno ed andava preservata, ma è subito emersa la questione: Come farlo? Come salvare la natura terrena, per secoli degradata perché profana e senza valore?

Festivaletteratura 2016 si propone di rispondere a questo interrogativo con i vari eventi dedicati alla consapevolezza verde, evidenziando le due prospettive attraverso le quali oggi si cerca di rivalutare la natura e il clima, provando a riportare l'essere nel suo giusto asse terreno. Tra i vari incontri rivolti alla tematica ambientale, gli eventi 120 di venerdì 9 e l'evento 200 di sabato 10 settembre mostrano le due principali tendenze seguite da coloro che provano a salvaguardare della natura: la prima, che definiamo scientifica, passa per la società civile e si fonda sull'etica, mentre la seconda, più umanistica, passa per la personalizzazione e la sacralità degli elementi.

Durante l'evento 120 Nutrire il pianeta che cambia Pavan Sukhdev e Carlo Petrini, prendendo spunto dalle numerose proposte offerte dal volume Eating Planet, discuteranno del più grande paradosso etico degli ultimi anni partendo dalle seguenti domande: come mai i suoli che sono i più poveri di sempre non hanno mai prodotto così tanto? Come si spiega che oggi pur producendo quantità giornaliere di cibo sufficenti a sfamare due volte il pianeta, si soffra ancora di fame? All'incontro parteciperà anche la giornalista Franca Roiatti.

L'evento 200 Le nuvole secondo Stalin è invece caratteristico dell'altro grande filone dell'ecologia attuale: quello umanistico-letterario, nato con L'ipotesi Gaia di Lowelock. Durante l'incontro Luca Mercalli interrogherà lo scrittore Olivier Rolin sul suo ultimo romanzo Il Meteorologo, in cui l'autore sottolinea il ruolo che le piogge, i venti e gli eventi climatici in generale hanno avuto nell'instaurazione del comunismo russo, raccontando come un meteorologo, Vangengejm, sia diventato uno dei simboli della resistenza anti-totalitarista grazie alle proprie previsioni e dimostrando così l'influenza del clima sulla Storia.

Festivaletteratura, a distanza di quasi un anno dalla COP21 di Parigi e di circa un mese dalla Giornata mondiale dell'alimentazione, prevista per il 16 ottobre prossimo, dimostra come l'ecologia scientifica da un lato e quella umanistica dall'altro, pur avendo mezzi e voci differenti, si uniscano in uno scopo comune: spiegare che il mondo in cui viviamo non è privo di valore, puro mezzo da sfruttare, ma il mondo vero al quale restituire tutto il senso sottratto.

Festivaletteratura