Il realismo fantastico di Helen Phillips
9 9 2017
Il realismo fantastico di Helen Phillips

Uno sguardo sotto la superficie delle cose

Se i confini geografici sono valicabili, ancor più lo sono quelli che convenzionalmente delimitano i generi letterari: gli scrittori di questa edizione si dimostrano tra i più propensi a muoversi liberamente tra canoni, forme e registri espressivi.


Cumuli di moduli si ergono ordinati come grattacieli newyorkesi, innalzando al cielo ripetitive colonne in codice binario. Uno scenario da incubo si profila sulla copertina de La bella burocrate e l'inquietudine cresce man mano che sfogliamo le pagine e ci addentriamo al di sotto della superficie. Il mondo costruito da Helen Phillips è governato dalla burocrazia, che si serve della tecnologia per trasformare le persone in numeri.

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La protagonista vive in una condizione claustrofobica rinchiusa in ufficio, ma questa claustrofobia rappresenta la visione oscura dell'autrice riguardo l'esistenza: «La vita stessa è chiusa tra due pareti la nascita e la morte». Questo romanzo nasce da un'esperienza lavorativa da lei vissuta molto dura e alienante, mentre l'atmosfera descritta richiama la diffusa perdita di ottimismo che coinvolge molti giovani americani in questi anni di crisi economica. Si tratta quindi di un realismo fantastico, generato dall'accordo tra l'autobiografia e la fantascienza.

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Tra i maestri di Helen non ci sono solo autori europei come Orwell o Kafka, ma anche due classici della letteratura italiana: il Calvino de Le città invisibili e Dino Buzzati de Il deserto dei Tartari. La scrittrice ammette di non smettere mai con il vizio della lettura neanche quando è in fase di produzione e afferma: «considero gli scrittori che leggo come collaboratori del mio libro. Se ho il blocco dello scrittore, leggere mi aiuta a trovare nuovi stimoli». Spazia dalle short stories ai romanzi, a seconda dell'esigenza: «il racconto parte da una metafora rafforzata, mentre il romanzo da una serie di domande a cui non trovo risposta».

Riguardo all'editoria e al ruolo che assolve ha le idee chiare: «deve prendersi dei rischi, deve fare ricerca ed esplorazione, forse l'editoria americana non rischia abbastanza e per questo apprezzo George Saunders che non ha paura di muoversi verso nuove direzioni».



Per chi vuole approfondire il percorso, Festivaletteratura propone gli eventi 35 IRONICI MALINCONICI - 39 IN PROFONDITÀ - 53 PICCOLE GRANDI STORIE - 65 IL PROFUMO DI LEGNO FRESCO - 77 CON LA MEMORIA COMBATTO I MOSTRI - 90 LABILI CONFINI DELLA MENTE - 106 IL FILO ROSSO DEGLI UOMINI ILLUSTRI - 115 “L’AMORE SI IMPOSSESSAVA DI LEI” - 132 IL PONTE TRA L'AFRICA E L'EUROPA - 133 VERITÀ LETTERARIE - 136 NEL BAR DI PAESE - 145 UN UOMO DALLE MOLTE VITE - 160 TRA LE BRACCIA DI JESSE - 163 I MONTI SONO MAESTRI MUTI - 175 IL MONDO IN UNA STANZA - 194 NOI SIAMO CON TE - 201 DIARI PER IMMAGINI - 208 MISTERI LEGGENDARI - 210 SE SON ITALIAN, PERCHÉ ME CIAMO COVACICH?

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