Il sistema corruzione
10 9 2015
Il sistema corruzione

Raffaele Cantone e gli anticorpi contro la mafia

Il modo per sconfiggere la corruzione è rendersi conto che questa è veramente un male per la società: non solo la paghiamo in termini economici, ma anche e soprattutto in termini sociali. La corruzione la paghiamo tutti e in tanti modi. E' questo il pensiero di Raffaele Cantone, presidente dell'autorità nazionale anticorruzione. E il fatto che così tanta gente riempia Piazza Castello è la prova che forse qualcosa sta cambiando. Perché anche dopo Mani Pulite, anche dopo vent'anni da quegli eventi rivoluzionari, la corruzione è peggiorata.

Piercamillo Davigo, che fece parte del famoso pool di Di Pietro, sostiene che l'eliminazione dei corrotti e dei corruttori ha portato ad un'evoluzione del sistema, che si è fatto più furbo: ha scoperto nuovi modi per fare soldi. E non c'è nessun anticorpo che nel frattempo sia stato messo in circolo per debellare la malattia, secondo Cantone che, con l'equilibrio che lo contraddistingue, subito dopo afferma che non è vero che non si è fatto niente. Anche il parlamento, nelle sue contraddizioni (che sono poi quelle della società che rispecchia) e nei suoi errori, ha agito sul piano legislativo con varie leggi sul voto di scambio, il falso in bilancio, l'autoriciclaggio, sulle pene per la corruzione, con l'istituzione dell'ANAC, con il commissariamento di diversi enti corrotti.

L'Europa, inoltre, spinge da sempre perché gli stati combattano la corruzione, attraverso esami e valutazioni di enti esterni, perché la corruzione elimina la concorrenza, la qualità, l'eccellenza della nostra produzione. Agli imprenditori non conviene investire, agli stranieri non conviene partecipare alle gare di appalto se vincono sempre gli stessi. EXPO, nonostante tutto, è partita ed è stata un successo. Si è riusciti ad interrompere il circuito appena in tempo e si sono rivelate le eccellenze. L'ottica produttiva e non l'improvvisazione deve guidare la gestione dei beni sequestrati alla mafia. Perché il lavoro pulito che viene creato toglie consensi alla mafia, toglie potere ai clan. Rimane comunque il problema della burocrazia che può essere risolto dall'equilibrio: l'eccesso di burocrazia e la sua totale assenza provocano gli stessi guasti. Ed è in quest'ottica che deve essere riformato il codice degli appalti, adesso davvero troppo complicato. Controllare non significa bloccare tutto. Dipende anche questo da meccanismi di vigilanza collaborativa, da pubbliche amministrazioni oneste che mettono tutti gli atti a disposizione. Un controllo che stimola l'efficienza e diventa utile. La scommessa è proprio questa, difficile ma non impossibile. Ci vuole responsabilità, ci vuole intelligenza. Equilibrio. Anche nella magistratura, che deve porre rimedio ai suoi guasti prima che diventino un pretesto per la sua completa delegittimazione.

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