Inafferrabile sensualità
10 9 2015
Inafferrabile sensualità

Giovanni Bietti racconta Chopin

Il pianista e compositore Giovanni Bietti, attivo divulgatore di musica classica, ha approfondito alcuni aspetti dell'opera di Fryderyk Chopin, massimo compositore polacco, uno tra i primi grandi autori pianistici. La carriera di Chopin, al pari di quella dei suoi coetanei Mendelssohn, Schumann e Liszt, è legata all'evoluzione del pianoforte: in quegli anni, con l'introduzione del pedale di risonanza, lo strumento si affrancava dalle sonorità piatte e clavicembalistiche degli esordi per approdare alla grande varietà timbrica e alle potenzialità espressive che di lì in avanti lo avrebbero caratterizzato.

Chopin, uomo peraltro poco incline ad apprezzare l'operato altrui, seppe far tesoro di due importanti esperienze musicali: l'ampia e cantabile melodia del melodramma italiano di Bellini, tanto immediata e piacevole, contrapposta al complesso sviluppo di brevi temi tipico della scuola austrotedesca, e l'elaborato e complesso contrappunto barocco di Johann Sebastian Bach. Così la sua musica, con mirabile sintesi di idee armoniche e melodiche, risuona straordinariamente efficace e immediata.

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Le composizioni di Chopin, altamente personali e ispirate, pensate per una fruizione intima, nei salotti di amici, e non per la pubblica esecuzione in grandi sale da concerto, si fanno portatrici della nostalgia per la Patria lontana. Nelle Mazurche, le vivaci danze polacche, raccolte in quella che può esser letta come un'autobiografia sul pentagramma, all'impianto tonale della tradizione mitteleuropea si sovrappone quello non tonale del mondo slavo.

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Nelle note di Chopin, i detrattori vollero distinguere i segni della malattia e dello squilibrio mentale; si tratta invece di un poeta dell'amore per la vita, come testimonia ogni sua pagina, anche l'ultima dolente Mazurca, incompiuta, la quale, col suo andamento ciclico, rimanda all'idea di rinascita. Tale risurrezione, almeno ideale, è quella che, dopo alcuni decenni di letture erronee e interpretazioni sbagliate, ha portato il polacco al giusto riconoscimento come uno degli artisti più innovativi e originali dell'Ottocento.

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