L'invisibilità di chi è diverso
8 9 2017
L'invisibilità di chi è diverso

Cecilia Strada e l'impegno per le minoranze

Mai la questione europa è stata così presente al Festival: sono molti autori ad esaminare in controluce i problemi di ieri e di oggi.


«Ho passato due terzi della mia vita fra Pakistan, Afghanistan, Iraq, Sierra Leone, nei porti di sbarco in Sicilia, ho annusato il mondo e conosciuto le storie delle persone con i miei cinque sensi». La voce di Cecilia Strada si fa spazio nello scrosciare della pioggia e inizia così a Mantova Lettere dalla guerra, un dialogo fra l’ex presidente di Emergency e la giornalista tedesca Carolin Emcke: presenta il suo nuovo libro Contro l’odio, uscito in Germania nel 2016 e vincitore del Premio per la Pace alla Fiera del Libro di Francoforte, in passato assegnato ad autori come Orthan Pamuk, Svetlana Alexievich e Susan Sontag.

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«L’odio avviene con movimento sempre verticale verso l’alto o il basso, e quale che sia il destinatario (la classe dirigente o le minoranze), l’obiettivo resta quello di ridurre le persone all’invisibilità o demonizzarle rendendole mostri»

Il problema è come avviene il processo di generazione dell’odio e per la Emcke un ruolo importante è svolto dai media: dai telegiornali ai talk show, ai documentari. In Germania, ma il riferimento si può estendere, spesso i migranti sono associati alla criminalità, le persone di colore alle attività illegali di spaccio. Vengono riproposti gli stereotipi che inducono a stigmatizzare i gruppi più deboli, alimentando una totale mancanza di tolleranza e apertura - appunto uno sguardo di odio.

Per Cecilia Strada la fisiologia è chiara. Le reazioni delle persone sono la conseguenza dell’esistenza di sovrastrutture responsabili di generare il sentimento di odio. L’enfasi con cui i media si ritrovano a trattare di casi di migrazione fornisce una sbagliata e falsa analisi del contesto generale e soprattutto indirizza il sentimento di odio sempre verso questi soggetti.

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Contro l’odio è rivolto ai lettori, perché vedano il diverso non come una minaccia, piuttosto come ciò che rende il mondo più interessante. «Si parla spesso di una società monocuturale, io invece posso dichiarare di non voler vivere in una società del genere, piuttosto in una dalle mille sfumature, dove mi senta tutelata esattamente come tutti gli altri».



Per chi vuole approfondire il percorso, Festivaletteratura propone gli eventi 21 DALLE SPONDE DEL VOLGA - 28 TI RACCONTO LA MIA EUROPA - 70 FAR WEST CROAZIA - 117 UNA FORCHETTA CONFICCATA NEL TERRENO - 127 UN'EPICA CONTEMPORANEA - 143 IL SILENZIO DOPO LO SPARO - 174 LETTERATURA D’ESILIO - 197 ALEXANDERPLATZ, AUF WIEDERSEHEN! - 199 UNA PARTITA PER RICOMINCIARE - 224 DIECI ANNI DI VOCABOLARIO EUROPEO

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