L'ultimo dei giostrai: introduzione
14 12 2017
L'ultimo dei giostrai: introduzione

Il preludio del reportage di Alice Facchini e Daigoro Fonti, scelto nel 2017 dalle giurie dei pitching di Meglio di un romanzo

Il luna park è il riflesso di una comunità sospesa nel tempo, un luogo con tanti specchi, che accanto all'immagine dei visitatori lascia trasparire i volti e le storie dei giostrai, con tutto il loro carico di tensione tra nomadismo e sedentarietà, sogno e mestiere, modernità e tradizione. Come si organizza questa comunità? Quali riti scandiscono l'esistenza dei suoi protagonisti? L'ultimo dei giostrai di Alice Facchini e Daigoro Fonti è il lavoro scelto nel 2017 dalle giurie dei pitching in piazza di Meglio di un romanzo, il progetto pensato da Festivaletteratura per promuovere tra i più giovani il giornalismo narrativo, organizzato in collaborazione con LUISS Writing Summer School. Nella loro introduzione, Alice e Daigoro presentano il piano generale del reportage e i personaggi che nei prossimi mesi ci accompagneranno tra giostre, roulotte, musica assordante e silenzi carichi di attesa alla scoperta di un mondo sfuggente, familiare e alieno nello stesso tempo.

L'ULTIMO DEI GIOSTRAI
[di Alice Facchini e Daigoro Fonti]

In ogni città, un po' nascosto, si può trovare un Paese delle meraviglie. Un luogo incantato, dove il tempo si ferma e per un attimo si torna bambini, si affonda il naso nello zucchero filato e si urla a testa in giù su una giostra, quando si osserva il mondo all'incontrario.

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È proprio questo, il luna park: un mondo all'incontrario. Un Paese delle meraviglie dove le regole e le abitudini vengono sovvertite, annullate o addirittura ribaltate. Qui è possibile provare emozioni altrove represse: paura, aggressività, competitività. La paura è quella della velocità, del vuoto, dell'altezza, dell'oscuro, dell'ignoto. L'aggressività viene sprigionata attraverso i pugnometri, i tori metallici, gli autoscontri. La competitività viene fuori nel tirassegno, nei go kart, nel lancio degli anelli.

Varcate le soglie del luna park si entra in un tempo sospeso, dove il ticchettio delle lancette dell’orologio viene sovrastato dalla musica assordante delle giostre. È il tempo della festa, tempo carnevalesco dove tutto è ribaltato e tutto è lecito.

Anche lo spazio è distorto: il luna park è un luogo ai margini, ai margini delle feste patronali, ai margini delle città, ai margini della società stessa. Uno spazio sfuggente, inafferrabile, che cambia col passare del tempo seguendo il movimento delle giostre, che si fermano solo quando trovano la giusta "piazza".

Il termine "piazza" in questo contesto ha un significato particolare: non è la piazza della città, bensì lo spazio fisico in cui si montano le giostre. Nido dove riprendere fiato prima di ripartire, la piazza si anima e diventa un multiforme palcoscenico di vita, per poi essere nuovamente abbandonata dopo il passaggio di quel ciclone di luci e colori.

Nel Medioevo la piazza era occupata da mercanti, indovini, cantastorie, giocolieri, pellegrini, storpi… Ancora oggi è luogo di incontro e scontro, luogo di comunicazione, di conoscenza, di commercio. È qui che due mondi opposti entrano in contatto: la cultura sedentaria e quella viaggiante. I gagi e i giostrai.

I gagi sono quelli che conducono una vita "normale", che ogni tanto vanno al luna park per sperimentare un altrove facile da accedere e altrettanto facile da lasciarsi alle spalle. C'è poi chi sta sempre dentro quell'altrove e vive in quelle che per gli altri non sono che sospensioni temporali e spaziali: i giostrai.

Chi sono davvero i giostrai? Come vivono? Ogni quanto si spostano? Quali difficoltà devono affrontare? Lo scopriremo attraverso le fotografie di chi ha fatto parte di quel microcosmo per anni, ci è nato e ci è cresciuto, ma poi ha scelto di andarsene. Daigoro, l’ultimo dei giostrai.

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La storia di Daigoro è emblema di una cultura, testimonianza di un mondo che rischia di scomparire. È una storia di emarginazione, l’emarginazione attuata dalla società a discapito dei giostrai, che per il loro stile di vita sono marchiati come "diversi", ma anche quella compiuta dai giostrai stessi, che spesso si chiudono e scelgono consapevolmente di vivere "ai margini".

Ma è anche una storia di fuga, una fuga da un ambiente troppo chiuso, da tradizioni troppo strette, da una famiglia troppo esigente. Una fuga che viene attuata attraverso un particolare strumento, la fotografia, mezzo che permette a Daigoro di cambiare vita e allontanarsi dal mondo delle giostre.

Il reportage si avvicinerà al protagonista gradualmente, conoscendolo attraverso le fotografie che lui stesso ha scattato. Chi osserva quelle immagini assume naturalmente la sua prospettiva, si avventura nel luna park seguendo i suoi passi, si sofferma sugli stessi dettagli, scopre gli stessi nascondigli e spia i giostrai attraverso la lente del suo obiettivo. La fotografia diventa quindi uno specchio: Daigoro si vede riflesso nei volti degli altri, riconoscendosi e allo stesso tempo discostandosi, e finisce così per raccontare se stesso.

Ogni puntata approfondirà la storia di un giostraio: Sharon, Jotty, Pino Piccolo. Dietro ai loro nomi fiabeschi si celano persone reali, con le loro emozioni, i loro problemi, i loro conflitti interiori. Conflitti che ricalcano contrasti intrinsechi a quel particolare stile di vita: lo scontro tra viaggio e sedentarietà, tra vita notturna e vita diurna, tra gagi e giostrai.

(caricamento...) La puntata su Sharon parlerà del conflitto tra viaggio e sedentarietà.

La cornice è quella della Sicilia, uno spazio delimitato dove i giostrai seguono precisi e ripetitivi itinerari, fili invisibili che attraversano il territorio da parte a parte, incrociandosi, dividendosi e riprendendosi come in un minuzioso lavoro di tessitura.

(caricamento...) La puntata su Jotty parlerà del conflitto tra vita notturna e vita diurna.

Tassello dopo tassello, ricostruiremo lentamente il puzzle e arriveremo così al conflitto finale, quello interno a Daigoro, diviso tra le giostre e la fotografia, tra il dovere verso la famiglia e la voglia di prendere la sua strada. Nella puntata conclusiva sveleremo il suo volto e lo osserveremo sgattaiolare in mezzo ai mostruosi macchinari in cui è cresciuto, da cui si è allontanato ma verso cui sempre ritorna.

(caricamento...) La puntata su Pino Piccolo parlerà del conflitto tra gagi e giostrai.

Perché ancora oggi Daigoro vive in un limbo che lo tiene a metà tra il luna park e la professione di fotografo, due vite parallele con regole invertite, che scorrono una di fianco all’altra come due binari che non si incontrano mai.


Immagine di copertina, foto e video di Daigoro Fonti.

Puntate pubblicate:
L'ultimo dei giostrai: Storia di Sharon
L'ultimo dei giostrai: Storia di Jotty
L'ultimo dei giostrai: Pino Piccolo
L'ultimo dei giostrai: Daigoro

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