La matita che parla
9 9 2017
La matita che parla

Le graphic novel di Zeina Abirached tra Beirut e Parigi

Un modo per scoprire e conquistare i luoghi segnati dalla guerra, tornando a vivere quegli stessi spazi: uno dei fils rouges del lavoro della fumettista Zeina Abirached è il rapporto con la propria città di origine, Beirut, drammaticamente segnata da una guerra civile durata ben 15 anni.

Attraverso inconfondibili tratti grafici e ad un uso sapiente del bianco e nero Zeina Abirached, intervistata al Festivaletteratura dalla scrittrice Gaia Manzini durante l'incontro dal titolo L'Oriente a distanza di un quarto di tono, riesce a trasporre sulle sue tavole un vissuto perduto ma non dimenticato, restituendo a Beirut l'immagine di città multiculturale e aperta al mondo che più le appartiene. Una sensibilità e una maestria tecnica che emergono da ogni tratto delle sue graphic novel, accompagnata da una vera e propria ricerca sulla lingua, come ponte ideale tra mondi diversi e lontani. «Penso i miei fumetti in una lingua molto speciale, quella del tratto di matita» ha sottolineato la stessa Abirached.


Potete inoltre approfondire con una intervista rilasciata a Festivaletteratura

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Festivaletteratura