Mein Kampf, specchio della cultura del Volk
8 9 2017
Mein Kampf, specchio della cultura del Volk

Commento alla nuova edizione critica

Il centenario della Rivoluzione d'Ottobre sarà l’occasione per indagare il rapporto incendiario tra letteratura e rivoluzioni: Che fare? si propone come un percorso per rileggere alcuni dei libri che hanno scatenato rivolte e sommovimenti sociali, per discutere di guerre civili e analizzare la figura di Fidel Castro.


Mentre La capanna dello zio Tom di H. Beecher Stowe ha rappresentato un contributo positivo alla Rivoluzione del 1917, il Mein Kampf ha contribuito a segnare negativamente la storia del suo autore e dei suoi lettori. Ma la lettura di Gian Enrico Rusconi ha evidenziato come nelle pagine dell’opera di Hitler non ci siano riferimenti espliciti di forte brutalità come ci si aspetterebbe. Le riflessioni che riporta il Führer non sono sue considerazioni, ma idee di teorici e filosofi tedeschi. Il razzismo di Hitler era solo una variante culturale condivisa e promossa dall’intelligentia tedesca. Il razzismo era una disciplina insegnata all’Università, a dimostrazione che le pagine del Mein Kampf non spiegano come Hitler sia arrivato al potere, abbia istaurato una dittatura pseudolegale o abbia innescato la guerra, ma ci insegner a conoscere al meglio la cultura del Volk, del popolo.

Invece di essere considerato un manuale del giovane dittatore, rappresenta a tratti il diario contenente le riflessioni di un sognatore politico, che la realtà del tempo ha permesso di realizzare. La nuova edizione tedesca uscita nel 2016 ha suscitato un grande interesse nel pubblico portando il libro alle vette delle classifiche di vendita.

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Tra le possibili motivazioni di questo inaspettato successo vi è la diffusione della cultura populista di destra che in Germania sta ottenendo sempre più consensi, soprattutto tra i più giovani. È vero anche che la figura di Hitler suscita sempre molto interesse, a dimostrazione del caso letterario Lui è tornato, in cui si propone l’eventualità del suo ritorno nella Berlino del 2014. Dietro alle risate però si fa spazio la considerazione che in fondo forse non molto è cambiato rispetto agli anni ’30 e che alcune resistenze verso gli ebrei potrebbero avere le stesse radici di quelle odierne verso gli immigrati. Alla fine Lui è tornato, ma forse non è mai andato via.

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Il Mein Kampf è stato lo specchio delle cultura del tempo, non dell’ideologia di un leader politico, il connettore, ciò che ha messo in pratica gli umori, le idee e i principi culturali del tempo. Se non fosse stato scritto, non sarebbe cambiato nulla poiché era tutto già presente a livello culturale.




Per chi vuole approfondire il percorso, Festivaletteratura propone gli eventi 7 CHE FARE?"La capanna dello zio Tom" di Harriet Beecher Stowe - 40 CHE FARE?"I diritti dell’uomo" di Thomas Paine - 83 CHE FARE?"Mein Kampf" di Adolph Hitler - 113 DA QUALE PARTE STAI? - 176 FIDEL DOPO FIDEL

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