Nomadismo Letterario
9 9 2017
Nomadismo Letterario

Il magico realismo di José Eduardo Agualusa

Nelle piazze del Festival si raccolgono le storie di chi ha perduto la propria terra. Chi ha dovuto allontanarsi dai terreni di conflitto o da un regime oppressivo, trova qui uno spazio per raccontare la propria condizione. Come K. Thùy, M. Thien, T. Aw, J.E. Agualusa, E. Kurniawan, F. Bayrakdar, H. Parker: sono queste alcune delle voci internazionali del Festival.


«A Ludovica non era mai piaciuto affrontare il cielo. Fin da bambina, già la tormentava il terrore degli spazi aperti». Questo l’incipit dell’ultimo romanzo di José Eduardo Agualusa, Teoria generale dell’oblio (Vicenza, Neri Pozza Editore, 2017), tradotto in italiano da Romana Petri. Proprio lei definisce lo stile dell’autore angolano un esempio di “magico realismo”, che attinge alla tradizione del realismo magico novecentesco, ma ne rovescia i paradigmi, perché offre sempre una spiegazione del fantastico che illumina la realtà (extra-)ordinaria.

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È seguendo questo ritmo scandito da fantasia e logica che si sviluppa la vicenda di Ludovica e delle sue paure a Luanda, durante la violenta guerra civile che ha sconvolto l’Angola durante e dopo la lotta per l’indipendenza, fino al 2002.

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L’angoscia reale attinta dalla verità storica, quindi, attanaglia la protagonista nella finzione romanzesca; nonostante tutto quest’angoscia è positiva, dice l’autore, poiché «as pessoas que têm medo podem descobrir que têm também a força de enfrentar a situação» (le persone che provano timore possono scoprire di avere anche la forza per affrontare la situazione). Un ottimismo di fondo che è tipicamente angolano, continua Agualusa, permette di trovare la bellezza nelle piccole cose e vivifica la speranza di farcela, al di là di tutto.

E come può farcela Ludovica, come può non temere più la realtà che la circonda, sentendosi invece parte di essa? Nemmeno lo scrittore possiede una risposta certa di fronte a questo quesito fondamentale, ma avanza un’ipotesi: probabilmente è il lasciarsi andare, «a entrega», il segreto di tutto.

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Ma se l’abbandono permette a Ludovica, come a noi tutti, di andare avanti, rimane pur sempre il problema di cosa fare per gettare definitivamente nell’oblio la violenza passata, impedirle di tornare a tirarci per la manica: il modo migliore per superare i traumi, dimenticarli, assicura l’autore, è ricordarli.

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