Sulle tracce della Memoria
9 9 2017
Sulle tracce della Memoria

Martin Pollack e Wlodek Goldkorn ci guidano attraverso una mitteleuropa ancora sconosciuta

Mai la questione europea è stata così presente al Festival: sono molti autori ad esaminare in controluce i problemi di ieri e di oggi.


«La Memoria non deve essere abbellita, deve essere restituita così com’è”»

Ieri sera, nella cornice di Palazzo D’Arco, si è parlato di memoria, quella dei luoghi, quella nascosta tra gli alberi dei boschi sloveni o di quella che aleggia sui territori dell’antica Galizia: un tema tanto complesso quanto affascinante, restituito al meglio dallo scrittore Martin Pollack e dal suo amico e giornalista Wlodek Goldkorn.

Martin Pollack, con il suo libro Galizia – che Goldkorn definisce come «una Lonely Planet di un mondo scomparso», data l’accuratezza con cui sono descritti i luoghi – ci vuole restituire l’affresco di una regione scomparsa, ma ancora molto presente nella memoria dell’autore.

(caricamento...)

La Galizia (una regione storica divisa tra la Polonia e l'Ucraina), all'epoca dell’Impero Austro-Ungarico, era quasi come un’Europa in miniatura: multietnica, multiculturale e multireligiosa; basti pensare che convivevano in essa moltissime lingue tra cui il polacco, il ruteno (ucraino), il tedesco, il russo l’yiddish e l’ebraico. Secondo Pollack esistono però due “Galizie”: una politica-storica, finita con la dissoluzione dell’Impero nel 1918 e un’altra, vista come mito, dai confini molto labili, che ha continuato a sopravvivere attraverso la letteratura dei suoi scrittori – Joseph Roth per esempio – e che ha resistito fino al 1941, quando l’occupazione tedesca la mise definitivamente a tacere.

(caricamento...)

Pollack ci ha poi confidato che Galizia è stato un esperimento, «non sapevo dove sarei andato a parare, correvo il pericolo di sconfinare nella nostalgia, fino ad arrivare al kitsch, ma poi ho capito che una vena nostalgica ci stava bene: l’avrei fatta vedere così com’è anche nei suoi lati negativi».

(caricamento...)

Proprio da questo concetto parte Paesaggi Contaminati, l’altro libro dell’autore. Sempre un viaggio, ma questa volta alla riscoperta dei luoghi dello sterminio, quelli che si celano nell'Europa Orientale e che tutti hanno, con molta cura, cercato di seppellire nell'oblio. Pollack tenta di far riemergere ciò che è successo e ci ricorda che dobbiamo confrontarci con quel passato, con consapevolezza. Dobbiamo accettare che il paesaggio che ci circonda è contaminato, anche il Mediterraneo lo è ormai.

Riportare a galla ciò che è accaduto, tenendo viva la nostra memoria, dovrebbe evitare di farci ricadere negli stessi errori, eppure Pollack si chiede: «Come mai ci imbattiamo in revival del nazionalismo proprio in paesi dove ci sono stati dei totalitarismi? Io mi informo, parlo con le persone, per tentare di capire».

(caricamento...)




Per chi vuole approfondire il percorso, Festivaletteratura propone gli eventi: 21 DALLE SPONDE DEL VOLGA - 28 TI RACCONTO LA MIA EUROPA 70 FAR WEST CROAZIA - 107- DALLA STANZA 629 - 117 UNA FORCHETTA CONFICCATA NEL TERRENO - 127 UN'EPICA CONTEMPORANEA - 143 IL SILENZIO DOPO LO SPARO - 174 LETTERATURA D’ESILIO - 197 ALEXANDERPLATZ, AUF WIEDERSEHEN! - 199 UNA PARTITA PER RICOMINCIARE - 224 DIECI ANNI DI VOCABOLARIO EUROPEO

Festivaletteratura