Un giorno in archivio: psiche e scelta
25 6 2016
Un giorno in archivio: psiche e scelta

I ragazzi delle scuole superiori alla scoperta delle passate edizioni del Festival

Nell'ambito dell'alternanza scuola-lavoro, l'Archivio del Festival ha ospitato nel 2016 i ragazzi delle scuole superiori della città e della provincia di Mantova per affiancarli nella realizzazione di percorsi ragionati all'interno del patrimonio documentario raccolto nelle passate edizioni di Festivaletteratura, che da quest'anno sta conoscendo anche una robusta opera di digitalizzazione e pubblicazione online. Grazie a queste preziose risorse – e con frequenti incursioni nei materiali prodotti sul sito e sui social del Festival negli ultimi anni – gli studenti del Liceo Classico Virgilio e del Liceo Scientifico Belfiore di Mantova son partiti dalla scelta di uno specifico nucleo tematico per dar vita a delle panoramiche sugli incontri (e gli autori) che dal 1997 a oggi hanno incantato il pubblico del Festival. Un giorno in archivio è la piccola rubrica che raccoglie questi importanti lavori di approfondimento. Il secondo percorso in ordine di pubblicazione è stato condotto da Sara Barbieri, Sofia Negrini, Pietro Soardo e Giulia Viviani del Liceo Scientifico Belfiore di Mantova, che attraverso un itinerario tra gli eventi del Festival dedicati alla psicologia, si sono focalizzati sul tema della scelta a partire dal mondo dell'etologia, per poi giungere al rapporto con le decisioni dell'essere umano e alla scelta vista attraverso gli occhi dell'adolescente.

Le scelte non sono un elemento distintivo strettamente umano, in quanto caratterizzano l'intero mondo animale. Come sostiene in "Una scimmia in ascensore" (2014) Dario Maestripieri, psicologo evoluzionista presso l’università di Chicago intervistato dalla giornalista e saggista Silvia Bencivelli, ci sono molte affinità nel modo di elaborare le scelte proprio delle scimmie e dell’uomo.

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In particolare, l’ospite apre l’incontro illustrando il modo di agire sia degli uomini che degli altri primati da lui osservati quando si trovano a coppie in uno spazio angusto, quale ad esempio l’ascensore. Tale situazione si rivela un pretesto per parlare ai neofiti di psicologia evoluzionistica del pilastro delle relazioni sociali: la dominanza. Più precisamente, la dominanza prevede individui “dominanti” e altri “subordinati” e influenza in modo determinante ogni scelta operata da questi ultimi. Inoltre la dominanza, viva tanto nell’uomo quanto nelle scimmie, si dimostra fondamentale perché, come afferma il ricercatore, «consente di risolvere possibili conflitti [...], senza stare continuamente a combattere [...] o negoziare». Tuttavia Maestripieri non si sofferma su nozioni puramente astratte, ma riporta tutto alla realtà, citando ogni volta prima il comportamento delle scimmie da lui osservato, e solo in un secondo momento un esempio che riguarda gli esseri umani. Anche ripercorrendo l'opera “A che gioco giochiamo noi con i primati”, Maestripieri ci dimostra come tutte le scelte, dalla velocità con cui rispondiamo alle mail, fino a quali persone baciare, dipendano dalle nostre origini di primati.

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Tornando all'ambito più inerente alla sfera dell'agire umano, Paolo Legrenzi, professore emerito di psicologia presso l'Università Ca' Foscari, durante l'evento "Giudizi, pre-giudizi e autoinganni", parla dei meccanismi della nostra mente che è sottoposta a continui stimoli e si trova spesso di fronte a un bivio senza sapere quale strada scegliere.

«La mente non riesce a ragionare partendo dal presupposto di avere torto». Con questa affermazione, l'ospite introduce l'evento e spiega che la nostra mente è rapida quando si tratta di trovare delle conclusioni ma, quando è necessario svolgere il processo contrario, ossia partire dalle conclusioni e risalire al problema iniziale, si incontrano notevoli difficoltà. Fatichiamo a scegliere, a trovare una soluzione, ma da cosa sono determinati i nostri dubbi? Come nasce l'incertezza che ci mette in difficoltà?
In realtà, i dubbi non sono un vero e proprio ostacolo poiché secondo Paolo Legrenzi «senza dubbi non ci sarebbero scelte». Il problema dipende da come risolviamo questo dubbio; le persone, spiega l'ospite, fanno un'esplorazione sequenziale delle possibilità fino a quando trovano, nell'opzione considerata, ciò che cercano e si fermano, senza considerare altre eventualità o approfondire ulteriormente. Perché fermiamo il nostro ragionamento appena ci sembra di essere giunti ad una conclusione adeguata? È vero che la nostra mente è pigra? Il nostro pensiero viene influenzato da qualcosa? Spesso si tende a considerare la razionalità umana come uno strumento infallibile, ma dimentichiamo che il nostro pensiero può essere condizionato dalle emozioni che, consciamente o inconsciamente, proviamo. Per questo, Paolo Legrenzi prende in considerazione il valore dell'istinto, ritenendolo sede dell'esperienza e delle conoscenze accumulate nel corso della nostra vita. Gli studi dell'autore si focalizzano sul funzionamento della nostra mente e del suo modo di agire e, nel libro "6 esercizi facili per allenare la mente", propone un allenamento che ci insegna ad analizzare più a fondo il problema, superando gli errori sistematici che facciamo abitualmente.

Infine in "Vicissitudini del desiderio", Massimo Recalcati, tra i più noti psicoanalisti lacaniani in Italia e membro analista dell'Associazione lacaniana italiana di psicoanalisi, analizza il comportamento della persona davanti alle diverse categorie di desideri che ha individuato. Nell'evento insieme alla giornalista Cristina Faccincani, Recalcati focalizza la sua attenzione sul tema del desiderio che, oltre a caratterizzare la persona, la contraddistingue dagli altri, poiché è un impulso che nasce, indipendentemente dalla nostra volontà, dall'inconscio e che, ora più che mai, rischia di essere soppresso da una società che tende a massificare e a disidentificare gli individui. «Il desiderio – afferma Recalcati – mi distingue, eppure mi oltrepassa... Come può comportarsi l'individuo di fronte a questo sentimento intenso? Come possiamo gestire il nostro desiderio?». L'autore risponde a questi interrogativi ponendo la scelta come possibilità di controllo dell'impulso: possiamo scegliere se sopprimere o assecondare il desiderio. Ma quali sarebbero le conseguenze se scegliessimo di reprimere l'impulso? E quali se scegliessimo di abbandonarci ad esso? C'è una scelta giusta e una scelta sbagliata? Per rispondere a questi dubbi, lo psicoanalista decide di delineare e analizzare le diverse tipologie del desiderio identificando dieci "Ritratti del desiderio". Durante l'evento, Recalcati si focalizza sul desiderio invidioso e il desiderio dell'Altro. In entrambi i casi l'individuo che desidera è collegato ad un altro individuo, "desiderio è desiderare di essere desiderati dall'Altro" sostiene l'autore, ma una volta che il desiderio viene soddisfatto, cosa accade? L'uomo è felice del proprio percorso e del raggiungimento del proprio obiettivo, o è insaziabile e non si sente appagato dalla soddisfazione del proprio desiderio? E qual è lo scopo del desiderio? Secondo Recalcati, «...desiderare significa volersi sentire desiderati, voler essere riconosciuti dall'Altro, significa voler avere un valore per l'Altro. Cos'è la storia di un uomo se non l'insieme dei suoi desideri desiderati, la successione di quei desideri che ciascuno ha potuto desiderare?»

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L'adolescenza, periodo ricco di scelte importanti che spesso mettono in difficoltà i più giovani, è il filo conduttore degli ultimi tre incontri, che vedono come protagonisti sia figli che genitori. Il primo evento, "Scelte", si presenta come un dialogo tra Annalisa Strada, filologa e insegnante di lettere, e Luigi Ballerini, medico e psicoanalista.

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«C'è una vera libertà di scelta da adolescenti?», chiede Simonetta Bitasi ai due ospiti, i quali, a partire dalle proprie esperienze, rispondono focalizzandosi sull'amicizia e l'amore. Ma siamo sicuri che il significato di questi due sostantivi, così comuni e spesso utilizzati, non sia banalizzato? Chi sono i veri amici? Come ci comportiamo con le persone che ci circondano? Annalisa Strada spiega che «essere se stessi è un rischio», spesso i giovani tendono ad indossare una maschera per essere accettati e non compromettere la propria popolarità danneggiando, però, l'espressione della propria personalità. Allora perché si preferisce "indossare una maschera" piuttosto che essere se stessi? Il rischio non è forse l'annullamento della personalità del ragazzo? Dipende dalla scelta dell'adolescente: rischiare e essere se stesso oppure uniformarsi agli altri. Ma qual è la scelta migliore?
L'incontro scivola poi verso il secondo argomento: l'amore. Questa tematica, vicina agli adolescenti, secondo gli autori può essere affrontata con franchezza con i ragazzi, facendo comunque sorgere delle domande che evidenziano il cambiamento del valore dell'amore nella vita dei ragazzi di oggi. Esiste ancora, come un tempo, la figura del maschio impulsivo e della ragazza pudica e riservata? Cos'è l'amore per i giovani? Ha ancora valore questo sentimento? Risponde Annalisa Strada dicendo: "È come se riuscissimo perfettamente a pensare l'incastro di corpi, ma non riuscissimo a pensare incastri di anime."

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Le decisioni dei ragazzi sono la colonna portante anche in "L'adolescente, il suo corpo, la sua mente, e i suoi genitori" tenuto da Gustavo Pietropolli Charmet, psicologo e divulgatore scientifico, tra i massimi studiosi dell'adolescenza, che ribalta tanti luoghi comuni su questo tema con la partecipazione di altri psichiatri quali Alberto Romitti, Annamaria Nicolò e Luciano Negrisoli. L'evento si dimostra ricco di idee inconsuete ma molto fondate, come quella, tratta dagli scritti di Charmet, «molte azioni, anche violente, dei ragazzi tristi sono atti nostalgici...», con cui si apre l’evento. Vengono inoltre raccontate le trasformazioni che il giovane ha subito nel corso dei decenni: il passaggio dal senso di colpa causato dal contrasto fra il sistema di valori imposto dalla società e i nuovi desideri, a quello di vergogna riguardante soprattutto la bellezza del corpo. Rifacendosi alla propria opera – “Fragile e spavaldo. Ritratto dell'adolescente di oggi”, destinata a genitori ed insegnanti disorientati e preoccupati da comportamenti inusuali dei ragazzi, ma in realtà del tutto normali, Charmet riflette sulla genesi di questi cambiamenti antropologici. Dunque, l'intero incontro ruota intorno alla domanda: come è mutato il contesto in cui i giovani compiono il loro apprendistato verso l'età adulta e le loro scelte? Il nuovo adolescente, passando dal modello di Edipo a quello di Narciso, è malato di una fragilità frustrata, causata dalla scelta di essere spavaldi piuttosto che sentirsi impauriti e mortificati. Infine gli ospiti indagano pure sulle scelte con cui i ragazzi si relazionano con il mondo che li circonda. Infatti, proprio come cita alla fine del suo libro, «In questa nuova fase evolutiva non serve più essere fragili e spavaldi, ma aver trovato la soluzione agli enigmi della propria adolescenza e aver definito con risolutezza il progetto futuro».

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Infine, in L'anoressia tra figli e genitori, Pamela Pace, psicoanalista e psicoterapeuta specializzata in disturbi alimentari, e Stefano Mistura, psicoterapeuta e direttore sanitario dell'USL di Piacenza, sono ospiti all'evento che, condotto dalla giornalista Marina Terragni, verte sul tema dell'anoressia. Questa malattia esiste già da alcuni decenni, ma, ultimamente, si sta diffondendo sempre di più, in particolare tra soggetti femminili. Il disturbo, che può presentarsi già dai primi mesi di vita, coinvolge persone di tutte le età; ma da cosa è determinata la nascita del sintomo anoressico? È una scelta del soggetto o il paziente è la vittima?

I due ospiti, considerando le loro esperienze con i pazienti, affermano che le cause scatenanti possono derivare dalla mancanza di tolleranza e di privacy all'interno della famiglia ma, allo stesso tempo, secondo Pamela Pace, «la famiglia non è la (sola) causa dell'anoressia»; ciò significa che si devono combinare più fattori, oltre ad un inadeguato clima famigliare, per causare la malattia. Come si può curare l'anoressia? Esiste un modo per prevenire la nascita del disturbo? Stefano Mistura risponde presentando come esempio "Il caso Ellen West" e spiega che, come in questo caso, non c'è sempre soluzione al problema e che ogni situazione deve essere "categorizzata" dai medici e, allo stesso tempo, contestualizzata. Infatti, secondo lo psicoterapeuta, i "casi presentati sono degli esempi che non fanno dottrina". La giornalista chiede agli ospiti: «L'anoressia non è forse segno di totale indipendenza?»; Stefano Mistura controbatte prontamente domandando a sua volta: «La follia è un segno di libertà o di massima necessità?», al che la psicoterapeuta risponde: «Il soggetto è servo e padrone del proprio sintomo [...] si tratta di un vero e proprio ricatto [...] la psiche viene assediata e non si è liberi di scegliere.»


Approfondimento a cura di: Sara Barbieri, Sofia Negrini, Pietro Soardo e Giulia Viviani del Liceo Scientifico Belfiore di Mantova.

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