Heimat
Joseph Zoderer
s., dal tedesco
Festivaletteratura patria

Cerco la mia Heimat, come Ulisse la sua Itaca.

La parola tedesca Heimat non è traducibile con ‘patria’, anzitu o perché Heimat non ha il signi cato po- litico di ‘patria’ [...] La parola Heimat è quasi sinonimo di nido, cioè di sicurezza, pace, abitudine... ma più di tu o familiarità. Familiarità con la lingua, con gli usi, con il cara ere della gente e, non ultimo, con la natura di un certo territorio. Avere una Heimat, per me, non è avere un merito, una medaglia al valore, dato che (è una cosa) casuale come il luogo di nascita; Heimat non può essere che un dono, più o meno acce o. Se fossi venuto al mon- do vicino a un bara olo vuoto, in un posto desolato, in un deserto, o in una gro a di montagna, tu o questo sarebbe la mia Heimat e la ricorderei in qualsiasi parte del mondo, anche al quarantesimo piano di un gra a- cielo o in un negozio di fru a e verdura all’altro capo del globo. Probabilmente la ricorderei con una nostal- gia tras gurata dal tempo, cercherei di rievocare come il vento zufolava in quella la ina vuota che si trasforme- rebbe, nelle mie rimembranze, nell’immagine della mia Heimat. Di che cosa dovrei essere orgoglioso? Qualche volta mi consolo pensando che la Heimat è stata un in- cidente che non ho potuto evitare e di regola considero la Heimat come la mia amata disgrazia. [...] La Heimat è una fortuna di cui un giorno si perde il ricordo, tu avia è nelle nostre ossa, in un ba ito di ciglia, è tu o e quindi niente, è una lana ne con cui tessere un nido, è odore di cucina, la voce della mamma che una volta vezzeggia e un’altra sgrida. Sì, certo, la Heimat è ciò che si conosce così bene, che talvolta non si sa più che farsene.



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