Tăga (Тъга)
Georgi Gospodinov
s., dal bulgaro
Festivaletteratura malinconia

Думата е кратка, а състоянието, което описва – дълго. Следобедна дума. По-често идва в това време на деня, когато мухите в стаята летят унесено. Аз съм следобеден човек, затова я обичам. Сутрините са активни и няма достатъчно време за тъга. А тя иска време, празна пролука, за да се разгъне. Близки по смисъл са мъка и меланхолия, но не е точно същото. Не е sorrow, не е съвсем и sadness. Моята американска преводачка казва, че няма как да предаде на английски целия славянски концепт на тази дума. Неин колега славист дори защитил докторска теза върху невъзможния й превод. Тъга е например онзи несбъднал се поплак “В Москву... В Москву” от “Три сестри” на Чехов. В тъгата има копнеж, има блян. И прииждащо чувство за несбъднатост, за нещо завинаги пропуснато и неслучено. Тъгата не връхлита изведнъж, не събаря като вълна, нейните води са лениви, нейната отрова е бавна, омаломощаваща. Думата се изговаря гърлено, сякаш преглъщаш: тъ-га... Агрегатното й състояние е течно.

Граматиката на тъгата също е забележителна. Тъга, като повечето важни думи, е в женски род. Освен това съдържа един особен, много стар и рядък гласен звук, известен някога като “голямо носовка”, изписван сега като Ъ. Няма да откриете тази буква в никой от другите славянски и неславянски езици, а подобен звук според филолозите се чува в китайския и турския.

La parola è breve, ma lo stato d’animo che descrive è lungo[1]. Parola pomeridiana. Si appalesa in quella fase del giorno quando le mosche svolazzano semiassopite. Io sono un essere pomeridiano, per questo la amo. Le mattinate sono operose e perciò non lasciano tempo sufficiente per la taga.
E la taga ha bisogno di tempo, di intervalli vuoti, per potersi dispiegare. Prossime per significato sono parole come tormento e malinconia, ma non si tratta proprio della stessa cosa. Non è sorrow, e ancor meno sadness. La mia traduttrice americana sostiene di non riuscire ad esprimere adeguatamente in inglese tutto lo spettro semantico slavo di questa parola. Un suo collega ha addirittura scritto una tesi di Dottorato su questa parola intraducibile. Taga è ad esempio il lamento irrealizzato «A Mosca… A Mosca» nelle Tre sorelle di Cechov. Nella taga c’è aspirazione, c’è sogno. È la sensazione incombente di irrealizzabilità, di qualcosa di mancato per sempre e non verificatosi. La taga non ti aggredisce all’improvviso, non ti travolge come un’ondata, le sue acque sono pigre, il suo veleno agisce lentamente, ti fiacca pian piano. La parola ha una pronuncia gutturale, come se dovessi inghiottire qualcosa: ta-ga… Il suo stato fisico è la liquidità.
Anche la tassonomia grammaticale della taga è significativa. La taga, come la maggioranza della parole importanti, è di genere femminile. Oltre a ciò contiene un fonema vocalico particolare, molto antico e raro, un tempo conosciuto come “la grande nasale”, oggi scritto con Ъ [Ă]. Non troverete questa vocale in nessuna delle altre lingue, slave e non slave, mentre, secondo i linguisti, se ne trova una simile in cinese e in turco.[2]


[1] Scegliere una parola italiana tra mestizia, tristezza, malinconia, angoscia, rimpianto, inquinerebbe, in qualche modo, l’andamento del ragionamento poetico di Gospodinov. Perciò lascio in trascrizione la parola analizzata. Un quasi-equivalente è spleen, già nei fratelli Verri e popolarissimo in epoca romantica e postromantica grazie a Baudelaire. Da notare per altro che l’inglese spleen è una parola pienamente latina (vedi l’italiano splene col significato di 'milza', produttrice, per la medicina greca, dello “umor nero”. Le altre lingue slave continuano tutte il protoslavo *taga con significati in parte diversificati. Il russo conosce sia tugà (туга) che un equivalente semantico quasi perfetto della parola bulgara, come toskà (тоска), parola significativa nella poetica di Puškin. (NdT)
[2] La /ă/ bulgara / Ъ /, deriva dalla nasale velare anticoslavaecclesiastica (antico bulgara). E’ un tipo di vocale “turbata” che si riscontra, in realtà, anche in vocali simili di altre lingue indoeuropee. (Nota del traduttore)



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