Adolescenze, per forza al plurale
6 9 2024
Adolescenze, per forza al plurale

«Ogni adolescenza coincide con la guerra- che sia falsa, che sia vera»

I My Chemical Romance cantavano «Teenagers scare the living s**t out of me», per i Nirvana il Teen Spirit era «I feel stupid and contagious». Ma gli adolescenti sono davvero così temibili?

Donatella Di Pietrantonio, Fiore Manni e i ragazzi dei gruppi di lettura della città si confrontano su un’età delicata e complicata. Tempi e luoghi diversissimi tra loro, adolescenze negate, adolescenze difficili, adolescenze anche felici, prese di coscienza, voglia di affermarsi, speranza.

Per Donatella Di Pietrantonio l’adolescenza è stata una mancanza, un’età adulta arrivata troppo presto, una corsa “come un treno” verso l’indipendenza e la realizzazione personale e professionale culminata con uno schianto devastante, perché «le negazioni, poi, si pagano tutte».

Fiore Manni, un’adolescenza vera e propria l’ha avuta, ma per lei è stata un vero incubo, complice l'autismo diagnosticato molti anni più tardi.

«Ho sempre desiderato avere un libretto delle istruzioni, sentivo di fingere di essere una persona».

Prendono la parola le ragazze e i ragazzi dei gruppi di lettura, con la voce un po' tremante dall'emozione e una grande consapevolezza:

«Io ho solo 15 anni, l'adolescenza l'ho appena iniziata, però mi sto divertendo un sacco! Non vedo l'ora di fare mille esperienze».

«Ma ogni tanto non vi dà fastidio la condiscendenza degli adulti? Non vi dà fastidio che parlino di voi come se l'adolescenza fosse una malattia?» provoca Simonetta Bitasi che modera l'incontro.

Risponde Anna:

«Beh, sì! I grandi dicono sempre che non ho niente di cui lamentarmi: ho un tetto sopra la testa, da mangiare, vestiti, la possibilità di studiare, nel mio Paese non c'è la guerra... però questo sopravvivere non mi basta, c'è molto di più. Solo che poi quando mi capita di stare male mi sento in colpa, perché so di essere fortunata e vorrei usare la mia fortuna per aiutare chi non ce l'ha, ma non mi permetto di vivere i sentimenti».

Aggiunge Maddalena:

«È bello essere sensibili, potersi confrontare su temi profondi con altri ragazzi, però alla fine spesso i più superficiali sembrano i più forti».

Interviene Di Pietrantonio:

«La superficialità spesso è solo paura di esporsi agli altri, è frustrante quando le persone attorno sembrano lasciar scivolare via tutto quello che è profondo, ma spesso semplicemente non è ancora il momento, non si è ancora pronti».

Ecco perché in tantissimi riportano nei libri, nei film, nelle canzoni, nelle serie tv le storie degli adolescenti: perché è entusiasmante vedere una persona che cresce e che cambia. Una vita ancora in corso d'opera.

P.S. La citazione del sottotitolo è dei Tre Allegri Ragazzi Morti

L'intervista di Donatella Di Pietrantonio con la redazione di Festivaletteratura

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Festivaletteratura