Alla ricerca delle radici del genere umano
9 9 2018
Alla ricerca delle radici del genere umano

​Da dove veniamo? Chi erano i nostri antenati?

Da sempre attento alle questioni e alle sollecitazioni proposte dalle scienze esatte, Festivaletteratura inaugura quest'anno Scienceground, un terreno per il confronto scientifico, aperto per tutta la durata della manifestazione presso lo spazio di Santa Maria della Vittoria. Animato da una piccola comunità scientifica temporanea composta da giovani ricercatori e studenti universitari, Scienceground funzionerà come luogo di scoperta, dialogo e approfondimento per riaffermare il valore fondamentale del giudizio e del discorso scientifico proprio a partire dal tanto controverso concetto di dato, attraverso giochi, workshop, videoconferenze, interviste dal vivo e una piccola biblioteca tematica.


Il mistero dell'origine e dell'evoluzione del genere umano assilla la comunità scientifica da secoli. Negli ultimi anni le ricerche in campo genetico hanno permesso di avvicinare molto la tematica ai cittadini, sembra infatti che l'argomento “risalire ai propri antenati” sia al secondo posto nelle ricerche su Google, successivo solo alla pornografia.

Nel libro I miei primi 45.000 anni la giornalista scientifica svedese Karin Bojs compie una sorta di viaggio nel tempo e nello spazio rivelando il passato comune dei popoli europei seguendo le tracce dei loro antenati. Ricerca che l'ha condotta nei luoghi più svariati del pianeta, tra cui anche Italia e Cipro, con l'intento di seguire le principali ondate migratorie che hanno interessato l'attuale popolazione europea. Ecco quindi che viene sfatato il “mito” dell'appartenenza storica ad un determinato luogo, dal momento che solitamente una popolazione non è rimasta stanziale per più di dieci generazioni.

Anche il genetista Guido Barbujani, autore de Il giro del mondo in sei milioni di anni, ha incentrato la sua ricerca sulle migrazioni umane, tema molto caldo nell'Europa di oggi, che rischia di essere strumentalizzato per fini politici. Lo scienziato afferma infatti che «la scienza non produce certezze ma indica quali margini di incertezza esistono attorno ad un'affermazione». Attualmente si sta cercando di ricostruire un quadro di 6 milioni di anni che probabilmente rimarrà sempre incompleto; condizione che a maggior ragione richiede un'attenta interpretazione dei risultati.

L'aspetto preoccupante di queste sensazionali scoperte è che esse avvengono con tale velocità che risulta molto difficile effettuare una corretta interpretazione dei dati, ovvero creare statistiche che possano essere confrontate nel tempo. La tendenza è quella di divulgare molto precocemente una ricerca scientifica senza che ci sia un organo che controlli effettivamente lo spessore dei margini di incertezza della stessa. È inoltre risaputo che il taglio che può essere dato a una scoperta scientifica è facilmente influenzabile dall'ideologia del divulgatore e che tutto può essere interpretato, la storia lo dimostra.

In conclusione, possedere una conoscenza completa della componente biologica che ci caratterizza è un'arma a doppio taglio e la sfida futura per il genere umano è quella di imparare ad utilizzarla con precauzione.


Per chi vuole approfondire il percorso, Festivaletteratura propone:

Lavagne mercoledì 5 ore 18.00 - Lavagne giovedì 6 ore 19.00 - Evento 52 “Non è che siamo tutti newton o Galileo” - Evento 72 “Scienza e società 2.0” - Evento 84 “Quale cura per la memoria?” - Lavagne venerdì 7 ore 19.00 - Lavagne sabato 8 ore 17.00 - Evento 189 “Una storia stupefacente” - Lavagne domenica 9 ore 17.00.

Festivaletteratura