Autobiografia di everybody
10 9 2017
Autobiografia di everybody

Gertrude Stein e la sua autobiografia di tutti

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Un palco di sole donne ha ricordato oggi quella che hanno definito la più grande scrittrice americana del XX secolo: Gertrude Stein. Anna Nogara ha dato voce alle sue parole scritte, come a quelle di Laura Lepetit, prima editrice italiana della sua opera Autobiografia di tutti e assente suo malgrado.

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La fondatrice della casa editrice La Tartaruga ha ricordato Fernanda Pivano, prima traduttrice di Stein, in occasione dei cento anni dalla sua nascita, e «una giovane donna un po’ avventurosa, un po’ spaurita»: se stessa.

Andrea Gessner, al vertice di Nottetempo, ringrazia con un breve saluto il lavoro di Lepetit, della cui opera dice di aver fatto una edizione filologica, e soprattutto per aver fatto sì che il romanzo della Stein conquistasse attenzione in Italia. Barbara Lanati, studiosa di letteratura anglo-americana, insieme a Giulia Niccolai, poetessa, e Bianca Tarozzi, a sua volta studiosa e poetessa, hanno ricordato una donna che ha trascorso gran parte della sua vita adulta a Parigi, ma che non cesserà mai di essere «incorreggibilmente americana», come l’ha definita Lepetit, una donna che «si faceva domande interessanti senza punto interrogativo».

L’incontro con Gertrude Stein segna profondamente la vita delle donne, e con ogni probabilità degli uomini, che incontra. Niccolai ne è segnata al punto da attribuirgli parte della responsabilità del suo abbraccio del buddhismo e della vita monacale, in una sorta di mistica epifania.

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La personalità della scrittrice, amica intima di Picasso e di buona parte dei pittori d’avanguardia nella Parigi degli anni ’30, risulta sgradevole persino a chi dice di adorarla. Consapevole del suo genio fino al narcisismo, non può accettare che la scrittura non sia una cosa solo sua, e quando Picasso tenta la scrittura di qualche poesia gli si allontana addirittura per un breve periodo.

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Non a caso, dice Bianca Tarozzi, l’autobiografia di everybody del suo romanzo non è l’autobiografia di all. È quella di ciascuno dei suoi amici, della sua America, in «un’attenzione individuale se non individualista».

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