Bellezza è un concerto di tutte le parti
13 9 2020
Bellezza è un concerto di tutte le parti

Luca Molinari legge la facciata di Sant’Andrea

La rotonda di San Lorenzo offre la prima prospettiva, laterale, sulla facciata di Sant’Andrea. Per iniziare la passeggiata il professor Luca Molinari porta gli spettatori a immaginare come avrebbero potuto trovare la città di Mantova nel XV secolo, periodo di inizio di costruzione della Basilica. Strade affollate, non pavimentate, le facciate dei palazzi affrescate con dipinti colorati, il ghetto in Piazza San Lorenzo, la presenza degli stessi portici di adesso. La sensazione è quella di un luogo caotico e movimentato. Anche la chiesa di Sant’Andrea era stata concepita come un luogo da abitare: non una chiesa comune, ma la Basilica che doveva contenere le reliquie del sangue di Cristo, che la tradizione vuole siano state portate a Mantova dal soldato romano Longino.

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La Chiesa è stata commissionata dai Gonzaga all’interno del progetto di renovatio urbis mirato a rendere Mantova una città bellissima. Lo stesso progetto comprendeva la pavimentazione delle strade e la costruzione della Torre dell’orologio. Venuto a sapere dell’intenzione di rinnovamento della città, l’architetto Leon Battista Alberti non si fece sfuggire l’occasione di proporre al Marchese Ludovico III Gonzaga un progetto di suo pugno. Molinari legge davanti alla facciata la lettera con la quale Alberti si propone di prendere il posto di Marinetti, architetto precedentemente incaricato. Si provi a immaginare: al Gonzaga arriva per posta una busta. Dentro c’è uno schizzo del progetto e una lettera che promette la costruzione di una chiesa «più capace, più eterna, più degna e meno costosa» del progetto precedentemente proposto.

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Doveva essere una chiesa speciale, «un grande spazio dove il popolo può vedere il corpo di Cristo». Lo sguardo di Alberti è preciso, minuzioso, teso alla ricerca dell’armonia. Si trova citato in uno dei suoi libri: «Bellezza è un concerto di tutte le parti, accomodate insieme in proporzione e discorso». Lodovico III si fida di questo sguardo così attento e nel 1472 iniziano i lavori per la costruzione della Basilica.

La facciata di Sant’Andrea rispecchia perfettamente il concetto di proporzione armonica dell’Alberti: un quadrato perfetto di 40x40m, aperto in 7 porte, come il numero delle porte della chiesa di Santa Sofia, riferimento classico per l’architettura di chiese dell’epoca. L’idea di costruzione armonica di Alberti è stata poi tradita dalla storia: la cupola e il transetto, costruiti successivamente, infrangono l’ordine perfetto che il maestro dell’architettura aveva voluto impartire al suo progetto.

La parola monumento deriva dal latino monere, ricordare. L’architettura è come un grande libro a cielo aperto che ci circonda: imparando a leggerla, possiamo trovare fra le righe le molteplici intenzioni umane che attraverso i secoli si sono susseguite.

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