Blurandevù
11 9 2015
Blurandevù

Volontari, all'intervista!

Ogni anno Festivaletteratura seleziona un gruppo di giovani volontari cui affida il compito di organizzare e gestire quattro incontri con importanti autori italiani e stranieri. Di seguito il resoconto dell'esperienza vissuta dai ragazzi durante la preparazione e lo svolgimento delle interviste a Kevin Brooks, Zerocalcare, Stefano Rodotà e Igiaba Scego.

I preparativi raccontati da Francesca Scotti, l'autrice che coordina i ragazzi di Blurandevù:

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Organizzare un'intervista non è un'impresa facile; qui i giovanissimi volontari spiegano con tutto il loro entusiasmo come hanno pianificato il lavoro e alcune prime prime impressioni:

Eccoci. Siamo noi, i ragazzi e le ragazze di Blurandevù, a Mantova da lunedì scorso. Siamo proprio noi ad avere iniziato questo fantastico e coinvolgente percorso per imparare a conoscere quattro scrittori che intervisteremo durante Festivaletteratura. In questi giorni ci siamo conosciuti, siamo 12 persone provenienti non solo da Mantova ma da tutta Italia, persino da Napoli!

Abbiamo cominciato a lavorare, divisi in due gruppi, occupandoci di due autori ciascuno: Kevin Brooks e Stefano Rodotà, Zerocalcare e Igiaba Scego; due team supervisionati dalla scrittrice Francesca Scotti, da Leonardo Nadali e Alessandra Cussini. Ognuno di noi ha dovuto documentarsi, ricercare informazioni e ingegnarsi in attività di brainstorming molto intense per giornate intere, lunghissime ma molto costruttive. Tutto questo per scovare le informazioni più nascoste tra le righe e trovare temi su cui creare domande attinenti a quanto percepito, scoperto e studiato.

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Abbiamo avuto la grande fortuna di incontrare e poter parlare con l'ospite della nostra prima serata, lo scrittore inglese per giovani adulti Kevin Brooks, senza avergli anticipato nulla riguardo all'intervista delle ore successive. Questo breve incontro (in lingua inglese) è stato molto utile per conoscerci a vicenda e capire cosa possiamo aspettarci dall'intervista che gli faremo. Dopo questa pausa dalla frenetica organizzazione, siamo subito corsi al lavoro per provare le letture e finire di perfezionare la scaletta. Finora siamo tutti molto affiatati tra di noi e stiamo collaborando in modo ordinato e ricco di idee. E' davvero un'esperienza fantastica che arricchisce il nostro bagaglio culturale e che rimarrà nelle nostre menti e nei nostri cuori per tutta la vita. Insomma, un' occasione unica e indimenticabile, di cui siamo tutti molto fieri.

Di seguito un resoconto del primo incontro di Blurandevù:

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Kevin Brooks è uno scrittore anomalo. Definito dai suoi editor “l’autore perfetto”, racconta storie che hanno per protagonisti degli adolescenti e sono destinate al pubblico ‘young adult’, ma che affascinano gli adulti di ogni età. Il genere è il noir, il thriller, perché racconta di sentirlo come naturale e di essere sempre stato attratto “dal lato oscuro della vita”. Non stupisce, quindi, i lettori quando racconta di aver lavorato presso un forno crematorio (oltre che in uno zoo) prima di dedicarsi esclusivamente al mestiere di autore, quando ancora sognava di diventare una rock star. Un uomo che non teme di descrivere e rivivere le sue paure adolescenziali, ammettendo di aver vissuto per anni con la paura del mondo e auspicando di liberarsene; quella paura che solo negli ultimi anni ha compreso essere un argomento potentissimo e parte inscindibile dalla vita. La paura, assieme alla morte, è l’elemento centrale dei sui racconti e, ogni giorno, sceglie di descriverle così come si manifestano: terribili ma indispensabili, potenti e affascinanti.

In merito al il binomio che lettori hanno riscontrato fra staticità fisica e frenesia emotiva dei suoi personaggi sostiene di aver fatto affidamento solo sul suo subconscio; non voleva creare significati o richiami di natura metafisica, ma solo sensazioni. Allo stesso modo esclude che i suoi libri abbiano lo scopo di turbare, ma non si dispiace di farlo se questo è coerente con la situazione di angoscia che sta descrivendo e può, quindi, portare il lettore a riflettere e a pensare sulle sensazione che sta provando.

Frasi nominali, aggettivi martellanti e incisivi sono gli elementi indispensabili per le sue ambientazioni cupe, le atmosfere piene di pathos e claustrofobiche, in cui i personaggi giocano e si fingono adulti, fanno propri i peggiori vizi; sono sempre sul filo del rasoio, a stretto contatto con la morte. Personaggi che sono cresciuti e si sono evoluti a lungo nella testa di Kevin Brooks, che rivela di assumere contemporaneamente il ruolo di autore e quello di narratore della storia, in una ricerca continua dei punti di luce e ombra: tra fascino e brividi, ricerche spasmodiche della verità, paure e entusiasmo.

Questa sera il secondo appuntamento con Zerocalcare, già in viaggio per Mantova:

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