Con la testa e con il cuore
11 9 2015
Con la testa e con il cuore

Storie di resilienza femminile, dal Medioevo ad oggi

Quattro storie di donne emergono dai documenti dell’Archivio di Stato di Venezia e arrivano fino a noi grazie al lavoro di ricerca di Alessandra Schiavon, vicedirettrice dell’Archivio. Quattro storie per indagare le sfumature della resilienza femminile, definita come la capacità delle donne di assorbire i colpi senza venirne abbattute, risollevandosi e rigenerandosi sempre. Insieme ad Alessandra Schiavon, Lella Costa ed Elisabetta Bucciarelli commentano queste vicende svoltesi tra il XIV e il XVII secolo alla luce dell’attualità, riportando dati e testimonianze raccolte sulle donne che oggi subiscono violenza in famiglia.

Biancofiore, la prima donna di questa rassegna, ci è nota solo con il nome, riportato nel protocollo redatto da un notaio veneziano agli inizi del Trecento. Il documento è una sorta di contratto con cui il marito della donna, Nicoletto, si dichiara pentito di averla picchiata “in maniera scomposta e disdicevole”, provocando la fuga di lei presso la casa del padre a Treviso, e si impegna a non farlo più. Anche se il marito si riserva il diritto di infliggerle un misurato castigo nel momento in cui lei disubbidirà ai suoi ordini, a uscire vincente da questo compromesso è Biancofiore, che prima di ritornare al tetto coniugale ha ottenuto una garanzia giuridica che Nicoletto non la picchierà più in quel modo brutale. Si tratta dell’unico documento di questo tipo in tutta l’Italia medievale.

Coeva a quella di Biancofiore è la storia di Fantina Polo, figlia di Marco Polo, che alla morte del padre aveva dovuto cedere al marito la gestione dei suoi beni, comprensivi delle ricchezze avute in dono dal Gran Khan e raccolte in viaggio. Rimasta vedova, Fantina si rivolge alla magistratura veneziana per sottrarre questo patrimonio alla ingorda famiglia del marito e riesce a far valere le proprie ragioni.

Veronica Franco, celebre esempio di cortigiana onesta, è figura di spicco nell’alta società rinascimentale di Venezia. Ricca, colta, raffinata, nonostante le amicizie altolocate non manca di essere chiamata in giudizio dal Santo Uffizio perché accusata da negozianti della città e domestici di casa di praticare arti stregonesche e avere comportamenti contrari alla morale. Gli atti del processo dimostrano che Veronica si difende con astuzia dalle accuse, così come sa tener testa con eleganza a Maffio Venier, che in una serie di componimenti la attacca grossolanamente.

Ultima di questa rassegna è Arcangela Tarabotti, monaca e scrittrice che in piena Controriforma fu chiusa dalla sua famiglia nel convento di Sant’Anna a 16 anni. Da qui, attraverso l’attività letteraria, riuscì a rendersi nota all’esterno del convento e a stringere un’ampia rete di contatti con i maggiori nobili dell’epoca. Arcangela fu autrice di opere controverse in cui denunciava l’aridità della vita conventuale e la brutalità delle famiglie che vi destinano, per puro calcolo economico, le proprie figlie.

Alla luce di queste storie, di donne colpite e ferite ma invitte, come leggere i dati che riguardano l’attualità? Oggi 3 donne su 10 subiscono violenza tra le mura domestiche e il 62% degli stupri è opera del partner della vittima. Ma se ancora ci sono giovani donne che, come testimonia Lella Costa, invitate a dibattere sull’argomento sostengono che “se lo tradisco è giusto che lui mi picchi”, significa che il lavoro da fare per proteggere le donne è ancora tanto e coinvolge tutti e tutte.

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