Creazione del movimento
8 9 2017
Creazione del movimento

Il cambiamento sta nella mobilità

Jeffrey Schnapp è un uomo fuori dall'ordinario: la sua visione del mondo e la sua consapevolezza storica lo lanciano in un futuro prossimo e remoto. Direttore del Berkman Klein Center ad Harvard, laboratorio di design della conoscenza e “fonderia” di idee, ha scritto un libro sulla Piaggio. Il professor Schnapp presenta Futurpiaggio: un libro dai forti richiami futuristi sia per quando riguarda le tematiche trattate sia per la costruzione. Si rifà infatti alla corrente futurista, citando il libro bullonato di Depero, e il pittore Giacomo Balla con il suo soprannome “FuturBalla”. Viene così presentata la storia della Piaggio passando per quello che è stato, ed è tutt’ora, il prodotto di punta di un’azienda simbolo della creatività italiana. Una carrellata di evoluzioni, innovazioni e progetti che hanno reso la Vespa un oggetto unico. Le tematiche citate sono un richiamo alle Lezioni Americane di Calvino del 1954, realizzate proprio per la Harvard University: leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità, molteplicità e coerenza. Una rivisitazione inversa richiamata dal sottotitolo della pubblicazione: Sei lezioni italiane di mobilità. Un discorso filosofico che ha forti implicazioni con il futuro e con il concetto di mobilità e che sfocia in un “Manifesto alla Mobilità”.

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La storia dell’uomo e la sua cultura sono sempre stati accompagnati da oggetti d'uso quotidiano, che con il passare degli anni sono diventati parte integrante della vita e dell'immaginario collettivo. Alcuni di questi oggetti sono però in grado di racchiudere nella loro estetica e nella loro funzionalità i caratteri peculiari del momento storico nel quale sono stati protagonisti. Diventano in questo modo simboli. Questo processo si è verificato con la Vespa: oggetto onnipresente nelle famiglie italiane da quasi un secolo. La Piaggio, un'azienda simbolo di una «tradizione di innovazione» nasceva nei primi anni Venti con progetti che riguardavano il settore marittimo, per passare poi al trasporto su terra con la produzione di treni, tram e littorine, fino all’aeronautica e infine alla celeberrima Vespa. Protagonista di storie e di dibattiti, come quello con la rivale Lambretta della Innocenti, è nota grazie alla sua potenza e all'essere costituita da un design impeccabile combinato ad una semplice funzionalità: il movimento. La Vespa rappresenta una rinascita culturale: appartiene al periodo dei primi anni Cinquanta, il dopoguerra italiano caratterizzato da un ripresa economica, sociale e culturale esponenziale. Frutto di un processo di innovazione derivato da ricombinazione di elementi preesistenti e scoperte d’avanguardia, artigianato industriale e tecnologie avanzatissime per l'epoca.

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Un’invenzione che già esisteva in Inghilterra, conosciuta come Scooter (dal verbo to scoote, svincolarsi, schizzare), e che aveva raggiunto un discreto successo grazie alla sua agilità in mezzo al traffico e il suo movimento non lineare che consentiva anche «una certa trasgressione nei confronti delle regole del codice della strada» ricorda Augias, che ha condotto l’incontro insieme a Schnapp. Ai disegnatori della Vespa la moto appariva troppo rumorosa, serviva qualcosa che fosse in grado di unire la praticità della bicicletta con la velocità di un motociclo. La Vespa riesce nel suo intento sfoderando anche un’estetica incredibile, divenuta a livello internazionale un’icona. Basti pensare al film Vacanze romane o all’ultima scultura di Lorenzo Quinn presso l’Hyde Park a Londra La Dolce Vita. Un mezzo che rivoluziona anche la prospettiva riguardo alla funzionalità di un oggetto per l’autonomia femminile: la Vespa era infatti facile da guidare per chi indossava una gonna (per le donne e i preti non era cosa irrilevante).

Il volume racconta di un futuro che sembra lontano ma che «è molto più vicino di quanto pensiamo». Un futuro che si distacca dall’epoca dell'automobile, a causa della quale da decenni le città sono state stravolte. Sviluppa idee di alternative all’automobile: l’interazione più diretta tra uomo e macchina, per esempio, già realizzata da molti centri di ricerca. Come tutte le innovazioni ci sarà bisogno di tempo per la loro assimilazione e molte sono le complicazioni etiche e algebriche delle iterazioni tra uomo e macchina. Sarà necessaria una presa di coscienza che maturerà in tempi non troppo lunghi, ma che creerà una nuova percezione della realtà e della sua lettura. Il rapporto con le macchine non è naturale e non lo è mai stato, come giustamente ricorda Augias: «da tempi remoti, ovvero dall’invenzione della scrittura c’è bisogno di un processo intellettuale per collegare concetti astratti a segni sulla carta». Secondo Schnapp, la Piaggio è un’azienda che ha avuto successo perchè da sempre crede nell’innovazione come processo evolutivo. Un'azienda che ha usato creatività, progresso e bellezza. L’unica costante dell’evoluzione è il cambiamento. Cambiare significa muovere i legami, le condizioni e le struttura preesistenti.

Il compito che ci spetta, è creare movimento.


Potete approfondire ulteriormente con una intervista rilasciata a Festivaletteratura

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Festivaletteratura