Dedicato a Maria Zambrano
10 9 2021
Dedicato a Maria Zambrano

Buttarelli, Laurenzi, Prezzo e Zucal sull'eredità culturale della filosofa andalusa

Non un dibattito, ma una raccolta di dediche nei confronti della grande filosofa e intellettuale andalusa che ha attraversato con la sua vita quasi per intero il Secolo Breve. Quattro vive testimonianze della sua eredità culturale: i filosofi Annarosa Buttarelli, Elena Laurenzi, Rosella Prezzo e Silvano Zucal sono infatti dediti da anni allo studio e alla divulgazione del pensiero di Maria Zambrano.

Annarosa Buttarelli, direttrice della collana Corrispondenze di Maria Zambrano, coordina l’incontro e ci introduce al pensiero di Zambrano accostandola a due grandi figure del Novecento: Nietzsche e Freud. Il primo, tanto frainteso della critica successiva, era considerato dalla filosofa andalusa come un fratello intellettuale, per il suo tentativo di cambiare la filosofia occidentale trasformandola da metafisica a sperimentale. Il secondo, invece, Freud, ha tolto all’individuo il dominio dell’io.

Rossella Prezzo, curatrice delle edizioni italiane di alcune delle opere fondamentali di Zambrano, prende le mosse del suo intervento da una dichiarazione rilasciata dalla grande filosofa nel 1989 alla testata El Paìs: Zambrano, ormai ottantacinquenne, appena rientrata in Spagna dopo quarant’anni di esilio politico, dichiarava di non essere mai riuscita a scegliere tra filosofia, letteratura e politica, sentendo nella filosofia una «vocazione radicata», un bisogno da soddisfare non meno di quello di vita e di mondo, con uno slittamento ricco di senso dal binomio letteratura-politica a quello vita-mondo che definisce i termini del pensiero zambraniano, nella sua vocazione sempre liminare ed eccentrica rispetto alla tradizione filosofica occidentale.

Elena Laurenzi, studiosa della teoria femminista, ha evidenziato come Maria Zambrano sia stata tra le prime intellettuali a mettere a tema la differenza di genere, fornendo una lettura originale e spiazzante di figure femminili come Antigone, Beatrice, Diotima. Laurenzi, avendo studiato a lungo l’archivio di Zambrano, sottolinea l’importanza di questo patrimonio di scritti, di cui quelli pubblicati costituisce soltanto la punta dell’iceberg.

Silvano Zucal, che nella sua pubblicazione del 2017 Filosofia della nascita ha tracciato un excursus del concetto filosofico della nascita dall’Antica Grecia al Novecento, definisce Zambrano la filosofa della nascita per antonomasia, che teorizzò la nascita come tumulto, come atto con cui ci viene assegnato il compito di vivere e di rinascere continuamente, in quanto ogni nascita è un’alba. Ma per rinascere bisogna anche «disnascere», uscire dalla cristallizzazione: l’adolescente deve deporre la propria adolescenza per diventare giovane e questo vale per tutte le altre età della vita. Chi si blocca e «non disnasce» non potrà mai rinascere e scoprire la sorpresa che ogni età e ogni stato o situazione diversi gli riservano. E già morto, pur vivendo.

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