Dove eravamo rimasti?
8 9 2018
Dove eravamo rimasti?

Esperimenti postmoderni sul personaggio di David Foster Wallace

Il Festival rende omaggio ai classici della letteratura italiana e straniera, dedicando omaggi, rivisitazioni inedite, giochi teatrali, conferenze-spettacolo a figure autorevoli della letteratura e ad autori forsi meno noti, ma non meno preziosi.


Fra nove secondi questo articolo ti annoierà.
O almeno ti farà perdere l’attenzione.
Questo perché diversi studi hanno confermato che la soglia di attenzione media di un essere umano è di nove secondi (contro i dieci di un pesce).

Questo concetto sta alla base della brillante performance messa in atto da Sotterraneo, incentrata sulla figura dello scrittore americano David Foster Wallace. L’attore che lo interpreta si presenta parlando degli elementi che più hanno caratterizzato la sua persona (ed il suo personaggio): la bandana, la pallina da tennis, i pesci. E durante l’intero spettacolo cerca di raccontare una semplice vicenda quotidiana vissuta dallo scrittore un certo giorno del settembre del 2008.

Peccato però, che altri performer si alternino sul palco mostrando al pubblico un piccolo cartello raffigurante una freccia, emblema del link intertestuale digitale.

È sufficiente che un solo spettatore si alzi in piedi nei cinque secondi in cui viene mostrato il segnale per attivare un contenuto specifico: questi spaziano dall’elezione di Miss Universo alla vittoria di un pilota di Formula Uno che stappa lo spumante sul palco, passando per una esibizione hip-hop, una partita di tennis o l’arrivo di Babbo Natale.

L’attivazione di questi link distrae l’attenzione dal monologo di Wallace, il quale viene messo a tacere dalla spettacolarità visuale delle scene proposte, che non casualmente attingono dall’immaginario pop americano. Non c’è una sola volta in cui il pubblico rimanga seduto alla vista del cartello: viene sempre preferita l’opzione distrazione.
Questo la dice lunga non solo sull’opera dello scrittore statunitense, sempre spaventosamente e minuziosamente attento al tema della cacofonia razionale, ma anche su una più ampia e complessa situazione riguardante il nostro tempo.

Overload è il titolo dello spettacolo, sovraccarico. Di informazioni, di dati, di distrazioni. È sempre più difficile dedicare l’intera attenzione a qualcosa di concreto e specifico, lasciando perdere la cornucopia di elementi deconcentranti a cui siamo sottoposti.

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Il collettivo teatrale rompe la quarta parete continuamente in un approccio postmoderno dove il pubblico arriva ad avere più potere decisionale degli attori. In altri momenti i performer invitano gli spettatori sul palco a ballare, li interrogano da dietro le quinte, addirittura distribuiscono cespi di lattuga affinché la gente li possa lanciare contro di loro. Il filo conduttore è l’ironia disarmante tanto cara e tanto temuta da Wallace: da un lato mostra tutte le contraddizioni della realtà con schiettezza dissacrante, dall’altro non può fare molto per la proposta di una reale soluzione ad un problema.

A proposito, alla fine lo scrittore riesce a terminare il racconto della sua giornata, raccontandolo al presentatore di un talk-show: dopo una passeggiata con la moglie nella brezza californiana, rientra in casa e si impicca. Il 12 settembre sarà il decimo anniversario dal suicidio dell’autore, riportato in scena magistralmente da Sotterraneo.

Sebbene il tema presentato contenga una precisa morale che insiste sull’importanza della consapevolezza, della meditazione e dell’attenzione, non c’è mai la pretesa moralistica dell’insegnamento, come nelle migliori lezioni. Il pubblico esce dal teatro divertito e stimolato, ma l’amara ironia di fondo regna sovrana sul palco vuoto.

Nell’ultima scena, i cinque performer (Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Lorenza Guerrini, Daniele Pennati, Giulio Santolini) rappresentano il loro ritorno dopo una replica: si trovano in macchina a parlare e pensare fino a quando un camion rovesciatosi sull’autostrada li fa precipitare in un fiume fino alla morte.

Il loro simbolico ciclo vitale parte da un liquido per terminare in un altro. Ma anche questa è acqua.

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Per chi vuole approfondire il percorso, Festivaletteratura propone:

Evento 38 "Non si amano soltanto le memorie felici" - Evento 41 "Scrivo quel che vedo: un ritratto in piedi di Irmgard Keun" - Evento 49 "Brillantissima Brin" - Evento 121 "Le storie di Ulf" - Evento 141 "Sola per sempre sarò, per la mia strada".

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