Eau de livres
13 9 2020
Eau de livres

Il viaggio sensoriale olfattivo di Anna D'Errico

(caricamento...)

I libri parlano tra loro, parlano di continuo e senza tante cerimonie dialogano con tutti, vecchi o nuovi che siano. E benché nelle biblioteche paiano starsene lì tutti in fila e ben composti, in realtà non è così come sembra. Tra loro esistono relazioni impensate che sta al lettore scoprire, di volume in volume.

La neuroscienziata Anna D’Errico accompagna il pubblico in un viaggio sensoriale olfattivo che ha come filo conduttore il profumo, o la puzza, che si respira tra le pagine dei libri.

Sulle note della brezza marina che si respira in Moby Dick di Herman Melville, si scopre l’odore dello spermaceti, pregiato grasso di balena ricavato dalla testa del cetaceo che in origine si pensava servisse all’accoppiamento dei capidogli. E dal ventre della balena Melville estrae anche l’ambra grigia, sostanza fecale derivata dai calamari ingurgitati dal cetaceo, che diventa una delle note più poetiche usate in profumeria per fissare le fragranze.

Ma come trovare le parole giuste per descrivere un odore? Alla ricerca di una nomenclatura precisa va Primo Levi nella raccolta dell’Altrui mestiere, in cui racconta di essere diventato un chimico, proprio per il fascino che esercitavano su di lui i profumi. Profumi ed odori che fanno del naso l’organo indispensabile per il senso dell’orientamento del chimico in laboratorio.

E del fiore di zagara che Patrizio sente emanare dalle punte delle dita di Eugenia, la sua amata, racconta ne Il profumo in maniera fisica e sensoriale Capuana, padre del verismo italiano, associando il caso alla sindrome di pesce, sindrome tale per cui le secrezioni corporee dell’individuo puzzano di pesce a causa della mancata digestione di una molecola, per via dell’assenza degli enzimi necessari alla sua decomposizione.

Legato ancora agli odori del corpo, nel mondo de Il re di Girgenti, di Camilleri, si racconta del conturbante olezzo di Filonia, una contadina, per Don Aneto, da “sciaurare” tutta, perché odora ora di cannella e ora di garofano, ora di salvia e ora di gelsomino d’Arabia.

Ed infine, l’apoteosi della carnalità odorosa giunge con Calvino in Sotto il sole giaguaro, una raccolta di racconti idealmente dedicata ai cinque sensi. Nella favola dedicata all’olfatto, un nobile dongiovanni parigino, rimane stregato dalla fragranza della donna con cui la sera prima ballò, per cui, deciso a scoprire chi fosse, si reca in profumeria per chiedere a chi riconducesse quell’odore. Una volta che la madame della profumeria gli svelerà il nome della donna cercata, ormai la troverà morta in casa sua, dove il profumo della sera prima si fonde con quello del suo corpo in putrefazione.

Anna D’Errico, come un profumo, ammalia il pubblico con le parole raccontando al pubblico queste storie odorose.

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