Era meglio l'intervista
11 9 2021
Era meglio l'intervista

Alcuni pezzi di Lundini

Valerio Lundini, anagramma di “Lino rivela nudi”, così come di “nullo invidiare”, è un personaggio televisivo molto famoso e, volendo oggettivare una sensazione che impersonale non è (ma che trova pieno riscontro nell'accoglienza calorosa del pubblico), molto simpatico. Il 2 agosto del 2021 si è fratturato un malleolo, ma ciò non gli ha impedito di imbarcarsi in un tour italiano con il suo spettacolo “Il mansplaining spiegato a mia figlia”. L'intervistatore Francesco Abate lo paragona agli Oasis per popolarità, ma Lundini non è d’accordo e ravvede piuttosto un legame con il tour di Daniele Groff del 1999. A Mantova però, il comico romano è venuto per rispondere ad alcune domande sul suo libro intitolato Era meglio il libro. Fra i presenti all’evento una sola persona dice di averlo letto. Eppure in tanti ridono.

Come viene riassunto dalla biografia in terza di copertina e riformulato all’evento dall’autore stesso, Valerio Lundini nasce a Roma nel 1986. Frequenta in quest’ordine: la scuola materna, le elementari salesiane - dove riferisce di essere stato frequentemente percosso -, le medie pubbliche, il liceo scientifico e tre anni di Giurisprudenza interrotti per poi passare a Lettere, corso che termina «perché è facile». Nel frattempo si iscrive ad una scuola di fumetti dove, da allievo promettente, si trasforma in bravo disegnatore. Ma il presentatore è anche musicista, come testimonia la sua militanza nella band “I VazzaNikki”. Televisione, disegno, musica: a Lundini mancava il pezzo della forma scritta, la collezione di racconti, che subito - come puntualizza la dicitura - sembra porsi su un livello superiore rispetto alle altre.

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Era meglio il libro è un titolo che in realtà non convince l’autore, ma che ha deciso di tenere per comodità. Molti dei racconti sono stati scritti anni prima e pubblicati su Linus. Fra quelli citati all’evento c’è la storia di un paese sudafricano in cui si parla “inglysh”, “un idioma complesso che ricorda l’inglese che gli italiani improvvisano quando vogliono svicolare da qualcosa”. O il resoconto delle lettere al Dizionario Cinematografico Maruzzelli, un’enciclopedia che si limita a recensire i primi cinque minuti di ogni film. O ancora le poesie nel cosiddetto napoletano sbagliato, come “Carmela mia”, “Unesco” o “Pwollenecenièlle”.

Lundini ammette che realizzare un libro è un po’ «na paraculata», perché è facile scrivere di una montagna che crolla, ma realizzarlo praticamente, a teatro, al cinema o come musical, sarebbe nettamente più dispendioso. Ci sono evidenti problemi di budget a cui il libro può supplire. Sembra questa in definitiva l’ironica risposta alla domanda di Abate sul perché della scelta del medium letterario. Ogni registro richiede idee diverse, ma ci sono anche aspetti declinabili su più fronti, come appunto la comicità. «Ha dei limiti?» chiede l’intervistatore. Lundini non crede, anche se questo non deve portare alla gratuità di certe affermazioni su temi tabù che fanno ridere solo perché sciocche. Il comico riconosce di aver sempre detto tutto ciò che voleva perché non ha mai avuto pensieri nazisti. Nessuno censura nessuno, l’unico limite tuttalpiù è il gusto delle persone.

Tornando al programma di Rai 2 “Una Pezza di Lundini”, Abate stimola il presentatore sul formato intervista che ha reso celebre la trasmissione. Nella seconda stagione il problema non è dato da chi non capiva il nonsense delle domande, ma da chi lo capiva troppo bene e quindi rischiava di snaturare la genuinità del format - fattore che non si è presentato ma che potrebbe far tardare un’ipotetica terza stagione. Fra gli ospiti rifiutatisi di partecipare, Lundini cita il Cardinal Ruini, incontro che sarebbe dovuto essere foriero di un’intervista con il Papa (Ratzinger). Fra quelli più apprezzati nomina invece l’economista Carlo Cottarelli, che ha saputo sostenere l’intervista senza minare la propria professionalità.

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Rispondendo alle domande finali del pubblico, Valerio Lundini ha modo di ribadire il rischio dell’esercizio di stile sempre insito nelle produzioni affrettate, motivo per il quale la prossima presenza televisiva non è ancora prevista. Nel frattempo, il suo multiforme approccio alla comicità consentirà al suo ampio bacino di fan di seguirlo nel tour italiano o di cercare il suo tono fra le pagine del libro. Malgrado la cospicua serie di interventi, apparizioni e pubblicazioni, la carriera del comico romano è solo all’inizio. A differenza del critico Maruzzelli, sarà bene esplorarla fino in fondo.

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