Esuli in terra ostile
7 9 2018
Esuli in terra ostile

Storie di rifugiati, di profughi, di esseri umani

Segni su un planisfero in carta, le frontiere sono un atto di scrittura che coinvolge il narratore non meno del geografo. Ogni confine è il luogo perfetto per osservare e raccontare: abbastanza vicino per distinguere i dettagli, separato a sufficienza per una descrizione lucida. Festivaletteratura propone queste riflessioni in un ciclo di eventi dedicati alle frontiere e a chi le attraversa.


Come si raccontano le storie di esuli forzati a lasciare la propria terra da povertà, violenze o guerre, difendendo tutta intera la loro dignità di esseri umani senza scivolare nella condiscendenza compassionevole?

Questa domanda ha animato la ricerca di Agus Morales e il suo libro Non siamo rifugiati, che con 700 interviste raccolte in 17 Paesi nell'arco di anni compone un intenso insieme di vicende personali, dal Messico all'Afghanistan e alle rotte balcaniche. Secondo la sua risposta, che ha aperto la conversazione con Lara Ricci, ridurre una persona alle ferite subite e alle cicatrici che porta non le rende giustizia e occorre, più che un'intervista singola, seguire per un periodo la sua quotidianità.

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Così si narra la vicenda che dà al libro il suo titolo: una frase pronunciata da un imprenditore siriano sull'isola di Lesbo, che prende le distanze in modo quasi classista dalle masse riversatesi alle porte d'Europa, e che rivela come persino il termine "rifugiato" inizi ad essere connotato negativamente. Ma il titolo ha un'altra ragione: degli attuali 65 milioni di profughi in tutto il mondo, i rifugiati sono una parte minoritaria. Non è infatti tecnicamente un rifugiato né lo sfollato "interno" che non è riuscito ad uscire dal Sud Sudan scosso dalla guerra civile, né il migrante messicano che passa il confine statunitense per lasciarsi alle spalle mafie che ne distruggono le opportunità. E una nettissima maggioranza si sposta fra Paesi in via di sviluppo, o propriamente poveri, restando quasi invisibile agli occhi europei.

Anche se il diritto internazionale, imperniato sulla definizione di "rifugiato" data dalla Convenzione di Ginevra del 1951, non protegge ancora adeguatamente le sempre più numerose persone in fuga dai cambiamenti climatici, un quadro legale per il diritto di asilo c'è e in passato ha funzionato. Oggi, però, nella pratica la sua concessione dipende troppo spesso dalla situazione dello Stato di provenienza e relega in secondo piano discriminazioni e violenze subite dalla singola persona: queste, per dirla con Morales, «sono parte della definizione, ma non sono parte del sistema».

Leggere, ha infine notato Lara Ricci, ci rende testimoni, e i testimoni hanno una responsabilità. Come reagire alla diffusione di diffidenza o vera e propria xenofobia? Come si riesce a dialogare con chi è ostile agli immigrati o se ne disinteressa? Dalla sua esperienza Morales non trae ricette generali, ma identifica due problemi: molti pensano proprio ciò che vogliono pensare e comprendere richiede comunque sforzi. Eppure si possono «piantare semi» sperando in una svolta, con argomenti fondati su dati obiettivi, ma pure con argomenti umani: «adesso, ormai, il politicamente scorretto [...] è parlare dei diritti di queste persone».

Un incontro, insomma, che unisce biografie umane e migrazioni collettive, diritto internazionale e problemi della consapevolezza in Europa. Con uno spunto finale nella migliore tradizione di Festivaletteratura, quando un ascoltatore ha consigliato la lettura del lavoro dello storico William Sheridan Allen The Nazi Seizure of Power: The Experience of a Single German Town 1930-1935. Ringraziando, Morales ha concluso che «esto es lo que me gusta de estos sitios: uno viene a prender».


Per chi vuole approfondire il percorso, Festivaletteratura propone:Evento 12 “Un gioco ri-creativo” - Evento 20 “C’è una crepa in ogni cosa” - Evento 45 “Stati di coabitazione” - Evento 51 “Una riga tracciata sul foglio” - Lavagne, giovedì 6 settembre, ore 18:00 - Lavagne, venerdì 7 settembre, ore 18:00 - Lavagne, sabato 8 settembre, ore 18:00 - Evento 177 “Conoscere i confini”.

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