Fantasmi in dialogo
9 9 2017
Fantasmi in dialogo

George Saunders e l'equilibrio dello scrittore shadowhunter

Non è possibile definire Lincoln nel Bardo di George Saunders un semplice romanzo, né tantomeno un romanzo qualunque. Lincoln nel Bardo è una delle più intense e potenti evocazioni spiritiche letterarie. Saunders fa delle parole la formula magica per evocare un mondo sospeso, portando così il lettore ad immergersi nel bardo, in questo al di là confinante con la dimensione più intima della propria coscienza.

D'altronde lo stesso scrittore con il suo testo non fa altro che rivolgersi al fantasma del suo potenziale lettore. Suo prediletto interlocutore, Saunders pensa anche a lui e il contatto che stabilisce è il segreto che usa per dare alla pagina una veristica tridimensionalità emotiva.

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Protagonista è lo storico Presidente degli Stati Uniti, Lincoln, colto però nell’umanità della tragedia di un qualsiasi padre straziato dalla perdita prematura del figlio Willie, di soli undici anni. Ed è così che inizia questo dialogo tra anime in bilico lungo la vita e la morte, tuttavia ricongiunte da un amore che trascende i vincoli fisici dello spazio tempo e le leggi dell’esistenza.

«Una trovata da gran figo» gli dice Marco Malvaldi strizzandogli complice l’occhiolino: calibrare e bilanciare il carattere ludico della finzione romanzesca intrecciandola abilmente alla cronaca storica, ottenendo così una tecnica narrativa davvero spiazzante.

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«Scrivere Lincoln nel Bardo è stato come imparare ad andare in bicicletta» dice Saunders, che cerca di pedalare alla ricerca dell’equilibrio, nella vita così come nello stile. Dopo una salita c’è sempre una discesa. Perciò niente paura e niente drammoni: alle lacrime della tragedia, l’autore risponde con il riso sarcastico della commedia, proprio per scongiurare che la noia colpisca il lettore e, anziché mandarlo nel mondo degli spiriti, lo mandi a dormire. Ci vogliono luci ed ombre e con Lincoln nel Bardo Saunders insegna a vedere nell'accostamento degli opposti la completezza e non la contraddizione.

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