Fino alla fine del tempo
11 9 2021
Fino alla fine del tempo

La Dedalo ensemble e il giro del mondo a dorso di balena

Sullo schermo immagini di acque e in sottofondo il suono delle balene. Navi all’orizzonte. E balene. Balene che nuotano e sbuffano. Pericolosamente vicino alle navi, alle barche dei balenieri che all’inizio soccombono affondate dalla forza di questi animali maestosi. Gli acquerelli di Benjamin Russell ci accompagnano in questo viaggio visivo e sonoro, in questa prima tappa sulle rotte delle baleniere.

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A queste prime immagini si sostituiscono i suoni e le voci della Dedalo ensemble che propone le composizioni di Ned Rorem. Testi di poeti americani che parlano di amore, di morte, dei sentimenti degli uomini. Forse le emozioni anche degli uomini che partono da Nantucket verso l’Alaska per cacciare le balene.

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E ci arriviamo, in Alaska, con la composizione di John Luther Adams, musica per arpa sola che richiama la cultura delle popolazioni indigene. Un canto di uno sciamano per equilibrare il rapporto tra uomo e natura, rapporto così spesso in contrasto e in disarmonia.

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Gli uomini sulle baleniere sono ormai pronti a colpire, si preparano inseguendo le balene, cacciandole, spingendole verso le trappole. Ancora il loro suono, preoccupato, riecheggia nel mare. Si sta per scatenare la ferocia della battaglia. E qui risuonano le note del compositore giapponese Toru Takemitzu, per il quale il mare e l’acqua sono simboli importanti, ricordando Melville e la metafisica di Moby Dick. Dall’Alaska al Madagascar, dove vanno a svernare nelle acque calde le balene. Fonte di ispirazione per Evarist Parny che compose piccoli poemetti di prosa, le Chansons Madecasses musicate successivamente da Maurice Ravel.

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«Guardatevi dai bianchi!» grida la bella Nahandove contro il colonialismo. E come si rivela terribile e attuale questo grido, anche nei confronti della natura. Infatti, alla fine le balene sono preda dei balenieri, il sangue colora di rosso il mare, le balene vengono sterminate e fatte a pezzi. Rimane il cielo che si perde nel mare ormai vuoto. Forse qualcuna rimane in vita, forse una speranza di poter ricominciare. Il violoncello è la voce di quella balena sopravvissuta. Della speranza che il mondo possa cambiare. Per la compositrice australiana Diana Blom la balena è lo spirito dell’oceano e nelle sue The Whale’s Song segue gli animali nel loro percorso migratorio riprendendo suoni e atmosfere delle zone attraversate.

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Per finire con Vox Balenae di George Crumb. Le balene esistono da millenni, da prima di noi, come richiama il tema citato di Also Sprach Zarathustra di Strauss. E a noi sopravviveranno, nonostante tutto, fino alla fine del tempo.

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