Giocando al Fantafestival
12 9 2015
Giocando al Fantafestival

Il turno di Bianca Pitzorno

Grazie al FANTAFESTIVAL il pubblico ha la possibilità di consultare l’OPAC dell’Archivio di Festivaletteratura (dalle 10.00 alle 20.00 nel Cortile del Teatro Bibiena) per selezionare gli incontri preferiti delle edizioni passate e creare così la propria giornata ideale del Festival, come ha fatto stamattina Bianca Pitzorno.

Oggi Fantafestival assume un taglio serio, deciso. Bianca, in maniera naturale, quasi fosse la maniera più ovvia di procedere, dà forma al percorso con ciò che più caratterizza lei: l'attenzione per la dimensione dell'oppresso, particolarmente quella femminile - tema, appunto, centrale nelle sue opere.

Così la playlist attinge immancabilmente a Nadine Gordimen, Nobel per la Letteratura 1991, scrittrice sudafricana che, in intimità con apici quali Mandela, la vita ha dedicato alla denuncia dei meccanismi dell'Appartheid. Nadine, nel mezzo di una messa a confronto tra racconto breve e romanzo, tratta del tema della verità nelle sue opere, mettendo a nudo il suo ruolo di scrittrice in quanto "il suo miglior modo di servire la verità è scrivere meglio che può".

La stessa semplice idea infiamma Eduardo Galeano; dall'Africa la traccia raggiunge il Sudamerica. Scrittore di denuncia dello sfruttamento occidentale che per secoli ha caratterizzato il Continente, Eduardo si dedica alla raccolta della cultura locale, sottoforma di racconti, miti e favole, oltre che alla critica: nel 2008, a Mantova era venuto a riportare proprio questo, assieme alla sua idea sui muri invisibili che dividono il nostro mondo, all'inacettabilità di realtà accettate che ancora oggi caratterizzano la nostra economia.

Poi un altro salto: dalla sofferenza dei popoli si passa a quella di una donna. Alda Merini si presenta al Festival, per la seconda volta, nel 2008. Il suo stile è la fusione tra poesia e flusso di coscienza - violento, spontaneo, definito in quel che è dal momento stesso in cui nasce. La Pitzorno sceglie Alda Merini perchè sa, è perfettamente cosciente di quella sorgente che la poetessa porta in grembo, tinta della difficoltà della vita in clinica e dell'insofferenza ironica con la quale certe persone, avendo sofferto, si portano.

Così il terzo ospite di Fantafestival imposta la sua giornata ideale in quel che finisce per assomigliare molto ad una campagna di sensibilizzazione, solo più leggera, più fluida, grazie alla diversità spiccata delle personalità che questa giornata l'hanno abitata.

Ecco la sua selezione completa:
10 settembre 2000
Evento 128
Giuseppe Pontiggia con Simone P. Barillari
Chiostro del Museo Diocesano, ore 15:15

05 settembre 2008
Evento 072
Alda Merini con Antonella Bonamici
Chiostro del Museo Diocesano, ore 12:00

05 settembre 2008
Evento 108
Eduardo Galeano con Pino Cacucci
Palazzo San Sebastiano, ore 21:00

10 settembre 2009
Evento 046
Nadine Gordimer con Peter Florence
Piazza Castello, ore 18:30

10 settembre 2009
Evento 050
Walter Bonatti con Roberto Mantovani
Palazzo del Seminario Vescovile, ore 19:15


Ieri mattina Bruno Gambarotta ha invece proposto i seguenti eventi:

2007
Evento 020 • 6 settembre
Tom Holland, Luciano Canfora
LA GUERRA INFINITA
Palazzo San Sebastiano, ore 10:45

2009
Evento 123 • 12 settembre
ANTICHI SCHIAVI E NUOVI MIGRANTI
Bruno Cartosio, Tahar Lamri, Alessandro Portelli
Palazzo D'arco, ore 10:30

2009
Evento 133 • 12 settembre
L'INQUIETA SPERANZA DELLA PAROLA
Ezio Raimondi con Elia Malagò
Chiesa di San Maurizio, ore 11:30

2010
Evento 161 • 11 settembre
CON LA TESTA TRA LE STELLE
Margherita Hack con Federico Taddia
Piazza Castello, ore 17:15

2010
Evento 165 • 11 settembre
DUE SECOLI DI CULTURA
Donald Sassoon con Francesco M. Cataluccio
Chiesa di San Maurizio, ore 18:00

2011
Evento 022 • 8 settembre
Pablo D'Ors con Bruno Gambarotta
Chiesa di San Maurizio, ore 10:15

"Fiero di fare parte di quell'armata di lavoratori secondari, di tappabuchi", come si definisce Bruno Gambarotta, secondo ospite del Fantafestival, "anche quest'anno sono qui, come sempre fin dalla seconda edizione del Festival." Dalla seconda perchè della prima è venuto a conoscenza, leggendone sulla Repubblica, solo dopo che era finita. Ha comunque fatto in tempo a saltarci, su questa barca, e ad assisterne all'evoluzione: da qui la sorta di "elogio" che gli rivolge con il percorso che decide di tracciare. "Il Festival serve a riconoscersi", perchè l'autore arriva da lontano per ritrovarsi 30.000 persone che, nella maggior parte dei casi, sanno di quel che ha scritto; 700 volontari che, spingendo sui pedali o dormendo in sacco a pelo, si prendono cura e mandano avanti il tutto.

Così Mantova respira quest'aria nella quale lo scrittore non è più tagliato fuori, messo da parte, come tende ad imporre l'editoria contemporanea, ma messo al centro. Continua Gambarotta descrivendo come, ha notato, tutto questo sia sfociato in un rituale, avvenuto già un paio di volte, secondo il quale a Mantova ci si verrebbe per lasciare una traccia, un lascito, per chi percorre la fine della propria storia. Personalità che tutta la propria vita hanno dedicato al rispettivo campo, quali Margherita Hack ed Ezio Raimondi, sono passati di qui, concentrando in a volte non più di un evento ciò che più di significativo avevano da dire: "Con la testa tra le stelle", 2010, e "L'inquieta speranza della parola", 2009, hanno visto un dialogo imponente da studiosi che relativamente poco dopo sono venuti a mancare.

Ma Gambarotta identifica un'altra "funzione" del Festival: diversamente da tanti fenomeni di simile natura sparsi sul territorio italiano, dice, qui il festival ha la caratteristica di essere assolutamente indipendente. Ideologicamente, non deve niente a nessuno. A questa libertà, quindi, associa "Due secoli di cultura", "La guerra infinita" ed "Antichi schiavi e nuovi migranti", eventi dei quali ospiti la caratteristica principale è stata proprio la capacità di pensiero indipendente, di analisi critica della realtà in modo da poter capire e descrivere dinamiche di diversa natura per quel che veramente sono.


E qui sotto la selezione di Matteo Corradini, che ha scelto come fil rouge la fragilità.

8 settembre 2007: un primo sguardo all'idea di fragilità. "La debolezza di Dio" propose un Dio biblico che, proprio sotto questa caratteristica, trova canale di giunzione e comunicazione con l'uomo e anche, per sorprendente che sia, la forza stessa del suo essere. Da quella riflessione teologica di otto anni fa scaturisce stamattina, al cortile del teatro Bibiena, quanto un Dio che sia fragile all'uomo serva, sia di vitale necessità, perché ha il potere di mantenere i due uniti, indivisibili. Un Dio non onnipotente, ma limitato e fragile quando nell'Alleanza promette di non distruggere più l'umanità, pentito del torto che ha fatto al suo creato - al quale oltretutto è vincolato secondo l'idea che, senza il Creato, cede l'idea di Creatore. Altri passi ancora accostano l'uomo al suo Dio proprio passando per questa "debolezza": è, ad esempio, nella natura peccaminosa della carne, volontà fragile, che Dio trova la via di liberazione del suo popolo.

Ma l'evento è appena cominciato. Matteo Corradini evolve la sua playlist mantenendone intatte le fondamenta. 7 settembre 2012 "Gli strumenti della scrittura”, protagonista: Toni Morrison, scrittrice sperimentale che dalla stessa debolezza di fondo, ricerca di senso o come la si vuole chiamare, sembra trovare vita per le sue opere e i suoi personaggi. Toni si focalizza sulla dimensione della scrittura, particolarmente la poesia, luogo nel quale il flusso "poeta-lettore" poggia sulle basi fragili di un accordo tacito, l'impegno e la sensibilità con i quali chi legge prende in maniera "seria" quelle parole che, delicatamente, chi scrive mette in equilibrio tra spontaneo e significativo. Fragile è il sentimento umano da cui germoglia la poesia, lo stato d'animo di colui che la coglie ed, infine, il fenomeno con il quale i due si incontrano.

E si va avanti. Nella stanza rimbombante, riempita di pubblico, dove quest'anno Fantafestival prende luogo, si continua a guardare dentro all’animo umano: 9 giugno 2014. Sandra, Liliana e Anita, studiose del genere e scrittrici, giusto l'anno scorso tennero "Riscrivere la storia di una famosa scrittrice", domandandosi quali fossero i limiti della ricostruzione biografica della vita di una donna quando a farla c'è un uomo. Perché, nascosti, invisibili se non a occhi che conoscano, nella persona di una donna possono giacere dimensioni non necessariamente coerenti, sviluppatesi lentamente nel tempo, alle quali si accede per via di scarsi indizi sparsi tra un'opera e l'altra, se non al di fuori di queste. Così una natura maschile, non per colpa ma per semplice diversità, può slittare oltre porte che andrebbero aperte.

Arriva mezzogiorno ed il viaggio è terminato. Con un totale di sei eventi riproposti attraverso diversi mezzi, una riflessione scaturita dall'ospite e incarnata nel già avvenuto prende forma, idee sedimentate nell'Archivio che, mescolate e messe in sequenza, danno vita al nuovo.

Ecco la selezione completa:

2007
Evento 121 • 8 settembre
Paolo De Benedetti, Stefano Levi Della Torre
LA DEBOLEZZA DI DIO
Chiostro del Museo Diocesano, ore 10:30

2011
Evento 023 • 8 settembre
Andrea Valente
LECTIO MENESTRELLIS
Piazza Virgiliana, ore 10:15

2012
Evento 108 • 7 settembre
Toni Morrison con Peter Florence
GLI STRUMENTI DELLA SCRITTURA
Piazza Castello, ore 18:30

2014
Evento 076 • 5 settembre
Allen Frances con Vittorio Lingiardi
LE VICISSITUDINI DEL DIAGNOSTA
Basilica Palatina di Santa Barbara, ore 11:15

2014
Evento 167 • 6 settembre
Sandra Petrignani, Anita Raja, Liliana Rampello con Annarosa Buttarelli
RISCRIVERE LA VITA DI UNA FAMOSA SCRITTRICE
Cortile dell'Archivio di Stato, ore 17:15

2014
Evento 169 • 6 settembre
Aleksandar Hemon con Chiara Valerio
LONTANO DA SARAJEVO
Basilica Palatina di Santa Barbara, ore 17:30

2014
Evento 223 • 7 settembre
Alen Loreti, Angela Terzani Staude
CHE COSA FA DELLA VITA CHE ABBIAMO UN'AVVENTURA FELICE?
Piazza Castello, ore 15:00

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