Gotico Italiano: da Verdi a Dylan Dog
12 9 2015
Gotico Italiano: da Verdi a Dylan Dog

Un atlante per orientarsi

Di cosa parliamo quando parliamo di gotico italiano? Il pensiero corre subito al Duomo di Milano, dimenticando che nel resto d’Europa il gotico non è solo uno stile architettonico, ma anche "arte dell’inquietudine" che spazia dal cinema alla poesia, dalla narrativa alle arti figurative. E al di là di quello che siamo abituati a pensare il nostro paese, fra Otto e Novecento, ha avuto una produzione di opere gotiche che non ha nulla da invidiare a quella dell’Inghilterra, considerata la patria per eccellenza di questa corrente espressiva.

Inizia con questa precisazione Atlante, il racconto-spettacolo di Luca Scarlini: un viaggio di suoni, parole e immagini lungo il sentiero più nero della cultura italiana.

Si comincia dall’Ottocento e da un ambito inaspettato: l’opera lirica. Il Macbeth di Verdi (1847), per esempio, opera divenuta famosa nel Novecento grazie all’interpretazione di Maria Callas, inizialmente molto criticata dal pubblico italiano per la sua “eccentricità” (come venivano bollati gli elementi magici e mistici, tipo la presenza di un coro di streghe).

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Oppure La Falce di Alfredo Catalani (1875) che narra la storia d’amore fra Zohora, una giovane orfana araba, e il falciatore Seid che essa scambia per la morte; il libretto dell’opera, che rimase quasi sconosciuta al pubblico, fu scritto da Arrigo Boito, appartenente alla corrente letteraria della Scapigliatura. Relegati in pochi paragrafi dei libri di letteratura italiana, gli Scapigliati furono in realtà autori molto prolifici, che contribuirono a sviluppare l’immaginario gotico ottocentesco del nostro paese, fatto di femme fatales maliziose e disinvolte (l’esempio più caratteristico è Fosca di Iginio Ugo Tarchetti, protagonista dell’omonimo romanzo del 1869) e oggetti nascosti il cui ritrovamento dà avvio a una serie interminabile di eventi funesti.

Nel Novecento il gotico inflenza le arti più disparate: non solo la letteratura di Buzzati, Landolfi e Praz, che nel 1930 pubblica il libro fondativo della chiave gotica di tutta la letteratura europea intitolato La carne, la morte e il diavolo; ma anche l’arte, con la metafisica di De Chirico e il cinema (pensiamo alla Venezia lugubre e grottesca in Senso di Luchino Visconti). Il 1961 rappresenta una svolta nello sviluppo del gotico italiano, perché in quell’anno si verifica un evento che ne segna l’immaginario per sempre: un’eclissi di sole che lascia Roma completamente al buio, nell’isteria generale. Michelangelo Antonioni scrive Eclisse Twist, colonna sonora per il suo film del 1962, L’eclisse, interpretata da Mina. L’artista Leonor Fini diventa icona del fashion gotico. Al cinema escono capolavori come La casa delle finestre che ridono di Pupi Avati (1976) e Suspiria di Dario Argento (1977). Negli anni Ottanta la rivista Frigidaire pubblica una versione a fumetti del racconto Il mar delle blatte di Landolfi e Tiziano Sclavi crea il personaggio più amato del fumetto horror, Dylan Dog. Sono racconti dell’eclissi della coscienza, storie in cui tutti gli stereotipi svaniscono e vengono alla luce aspetti della realtà nascosti. Il gotico è tornato.

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