Identità e memoria
7 9 2019
Identità e memoria

Sposando scrittura narrativa e riflessione filosofica, Michela Marzano propone una concezione identitaria che resiste alla corrosione cosciente del ricordo.

La nutrita squadra dei narratori italiani comprende nuove voci e frequentatori assidui di Festivaletteratura: i loro racconti ci toccano come individui e collettività.


(caricamento...)

Michela Marzano entra nel cuore di tematiche umane vicine a ciascuno ma al tempo stesso oscure, quando cerchiamo di osservarle con la lente d’ingrandimento di una comprensione più profonda. Come scrisse Sant’Agostino parlando del tempo: «Se non ci penso, lo so. Se ci penso, non lo so più». Così facciamo noi, quando ci troviamo a pensare a cos’è la memoria, e al nostro rapporto con essa. È il passato che definisce chi siamo? O la propensione verso il futuro? Attraverso il romanzo Idda, la scrittrice indaga la particolare condizione esistenziale di chi del passato ha perduto tasselli, e non può far altro che vivere in un presente costantemente rinnovato.

Alessandra è una biologa che insegna a Parigi, fuggita in Francia per voltare le spalle alla propria infanzia pugliese, marcata dalla sofferenza. Inscrive se stessa entro nuovi confini territoriali, differenti regole grammaticali da imparare, un ruolo da ricoprire. Si inserisce nella dimensione della novità, speranzosa che la memoria abbia un ancoraggio territoriale e non possa quindi inseguirla nella sua fuga. La risposta alla domanda “Chi sono?” è per lei affidata alla voce dell’attimo presente e dei propositi futuri, fino a che un incontro non farà riemergere dal mare della coerenza un’isola di passato irrisolto.

Annie è la madre del suo compagno, malata di Alzheimer. Ogni volta in cui si reca a visitarla, Alessandra esce confusa dalla clinica. Annie sta perdendo pezzi della sua vita: le lampadine della memoria le si stanno spegnendo, pian piano, una ad una, lasciando al buio luoghi e volti.

Le storie opposte di queste due donne - una che si sforza di ricordare e l’altra di dimenticare - si intrecciano e si compenetrano. Sarà nel rispecchiamento progressivo dell’una nell’altra, che entrambe riscopriranno la dimensione temporale per ciascuna più dolorosa da abitare.

(caricamento...)

Fu John Locke - spiega l’autrice - nel Saggio sull’intelletto umano del 1960 a rispondere alla domanda «Chi siamo?» rigettando il concetto di anima e facendo appello alla memoria: «Fin dove questa coscienza può essere estesa indietro ad una qualsiasi azione o pensiero del passato, fin li giunge l’identità di una persona». La spinosa questione dell’identità avrebbe potuto essere considerata risolta, se non ci trovassimo confrontati a patologie neurologiche - come l’Alzheimer - dove la persona afflitta non può più contare sui ricordi per tenersi stretta la propria coerenza identitaria. Chi è Annie, adesso che non si ricorda più nulla della propria vita? Cosa resta di lei, quando scambia il volto di suo figlio con quello dell’infermiere?

(caricamento...)

L’autrice porta avanti il dialogo filosofico ed esistenziale ponendo una distinzione fra memoria intellettiva – che ci permette di raccontarci razionalmente a noi stessi e agli altri – e memoria affettiva, il fil rouge che fa sì che le nostre relazioni permangono, anche quando il nome della persona che ci sta davanti è una lampadina ormai spenta.

«La dottoressa ha detto che l'unica frase che non scompare mai è "ti amo"; è quella che scelgono i suoi pazienti quando chiede loro di scrivere su un foglio la frase che preferiscono, anche se della propria esistenza non ricordano più nulla. È come se solo l'amore potesse ancora tenerli in vita».

Michela Marzano ci dimostra che siamo sempre le stesse persone anche quando non riusciamo più a dirlo, che sotto le parole corrose dalla malattia scorre l’affettività: il nostro nucleo più profondo, il luogo in cui non fa mai buio.


Per chi vuole approfondire il percorso, Festivaletteratura propone:

Evento 6 “Enrico detto Erri” - Evento 23 “I personaggi della Buona Novella” - Evento 34 “Fede” - Evento 40 “L'umanità come il vento, non si chiude in una scatola” - Accenti giovedì 5 ore 17:00 “Lo scrittore vacante” - Giovedì 5 ore 19:00 “Per un museo della lingua italiana: la moda” - Evento 59 “La difficile arte della commedia” - Evento 82 “Uno tanti insieme diversi” - Evento 97 “Tramandare la storia può salvare il mondo” - Evento 102 “L’amore è per sempre” - Evento 117 “Mi chiamo Alex Zanardi e sono un pilota” - Evento 123 “Voci dal Novecento” - Evento 130 “Identità e memoria” - Evento 147 “La mia terra canta” - Evento 184 “Una lingua per ogni emozione” - Evento 185 “Ci sarebbe poco da ridere” - Accenti domenica 8 ore 15.00 “Le montagne di Fosco” - Evento 214 “In viaggio” - Evento 225 “Mi piace la parola libertà”.

Festivaletteratura