Il forte di Pietole si apre all'esplorazione urbana
12 9 2020
Il forte di Pietole si apre all'esplorazione urbana

Emanuele Bai ci spiega perchè fare qualcosa di illegale può preservare la cultura. Basta seguire le regole

Urbex: l'esplorazione di strutture artificiali abbandonate o fatiscenti. È questo l'hobby di Emanuele Bai, contabile che da circa 10 anni entra nei palazzi abbandonati per vivere quella che lui chiama la «sindrome d'Indiana Jones». Insieme a lui c'è infatti un'intera comunità di esploratori, Ascosi Lasciti, che racconta le proprie esperienze e si scambia informazioni. Per Festivaletteratura Emanuele Bai ha dato un assaggio di quello che potrebbe essere un esplorazione urbana, utilizzando un luogo importante (ma dimenticato) della storia mantovana: il forte di Pietole.

Lungo come 52 campi da calcio, il forte è di vocazione militare: costruito inizialmente per proteggere la diga che creava il fossato tutt'intorno a Mantova, è diventato prima una casamatta e poi una polveriera. Nel 1917 i bombardamenti hanno distrutto gran parte delle costruzioni: le bombe hanno infatti colpito una zona contenente circa 280 quintali di polvere, dando vita a creteri di 15 metri. Il custode del forte ci racconta il processo di bonificazione:

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I vari edifici del forte di Pietole sono stati definitivamente abbandonati dopo la seconda Guerra Mondiale, lasciando modo alla Natura e agli animali di riprendersi gli spazi. Prima tra tutte la zanzara, animale di compagnia di questa passeggiata. Ma non tutti i mali vengono per nuocere: tra un Autan e un lamento, vien fuori che la zanzara è un animale di cultura, addirittura nominato da Virgilio.

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Ma le zanzare non sono gli unici animali che vivono il forte abbandonato. Nelle gallerie francesi infatti abita il suo acerrimo nemico.

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Essere parte di Ascosi Lasciti significa aderire, implicitamente o esplicitamente, ad un codice ideologico ben preciso che tutti i veri esploratori conoscono. Che Emanuele Bai spiega così:

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Fino ad ora abbiamo parlato di cosa non fare durante l'esplorazione. Ma qual è la tecnica dietro questo hobby? E soprattutto, come si inizia? Banalmente tutto parte da una googlata: basta aprire la mappa di Google, vedere i segni dell'abbandono (tetti sfondati, vegetazione incolta) e poi confermare l'abbandono con Street View. In alcuni casi si ricercano i luoghi industriali falliti, anche perchè sono quelli più facili da visitare e quelli più numerosi. Altre volte si può provare a chiedere alla community. Ma attenzione: la risposta non è scontata. La community infatti è sempre restia a dare informazioni ai nuovi arrivati, perché per molti nuovi appassionati ci sono altrettanti ladri e malintenzionati che potrebbero danneggiare ulteriormente il luogo. E ora arriviamo al tasto dolente: l'urbex non è legale, se vi ferma la polizia potreste rischiare una denuncia. Ma questo non ferma Emanuele Bai (e tanti altri come lui).

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Cosa rimane di queste esplorazioni? In gran parte foto. Ma non solo: Bai infatti è un esploratore urbano che si lascia ispirare dalla bellezza di questi luoghi, dando vita a racconti in cui più che la storia, sono gli edifici a parlare. La nostra guida ci introduce due sue storie:

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L'obiettivo finale è preservare la cultura. Molte segnalazioni dell'Ascosi Lasciti sono servite infatti a salvare pezzi di storia nazionale. Ma tante, troppe rimangono lettera morta, e sempre più edifici scompaiono dalle mappe cittadine. Cosa che rende ancora più urgente il compito di divulgazione degli esploratori: facendo propria la famosa frase di Schindler's List, «chi salva una vita salva il mondo intero», Bai afferma che se non possiamo salvarne tutti gli edifici, salvarne almeno uno sarebbe comunque una vittoria.

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