Il necrologio di Luca su The Times
10 6 2020
Il necrologio di Luca su The Times

Pubblichiamo la traduzione italiana dell'articolo pubblicato sull'autorevole giornale britannico

[L'articolo originale sul sito del Times si trova qui]

LUCA NICOLINI

Intraprendente cofondatore e presidente del festival letterario di Mantova che ha tratto ispirazione dal fortunato appuntamento annuale di Hay.

Anche se Luca Nicolini ha vissuto per quasi tutta la vita nell’antica città rinascimentale di Mantova, nell’Italia settentrionale, è stato il borgo di Hay-on-Wye, nella contea del Powys, a ispirare il festival che lo ha reso famoso.

Insieme alla moglie e altri sei mantovani, a metà anni Novanta Luca Nicolini si mette all’opera per importare in Italia la fortunata formula del festival letterario di Hay. Dopo diverse visite di gruppo in Galles e ripetuti scambi di idee con Peter Florence, direttore dell’Hay Festival, la prima edizione di Festivaletteratura si tiene a Mantova nel settembre del 1997. Vengono staccati dodicimila biglietti. La kermesse dura cinque giorni e vede protagonisti, tra gli altri, autori come Ian McEwan, Andrea Camilleri, Hanif Kureishi, Ed McBain e Salman Rushdie, quest’ultimo annunciato all’ultimo momento a causa della fatwa lanciata contro di lui: il suo ingresso in scena circondato dalle guardie del corpo è piuttosto sensazionale.

Margaret Atwood e Doris Lessing sono due degli altri grandi nomi che nel corso degli anni danno lustro al festival mantovano. A ventidue anni dal lancio, l’edizione del 2019 vende sessantacinquemila biglietti.

Nato nel 1953, Luca Nicolini apparteneva a una famiglia mantovana di spicco. Il padre Peppo, avvocato e notaio, era un appassionato di poesia che leggeva i classici greci e latini in lingua originale. Politicamente attivo a livello locale nelle file della Democrazia Cristiana, per un periodo aveva anche ricoperto il ruolo di presidente della Camera di Commercio di Mantova. Aveva conosciuto la madre di Luca, Marta, durante la Seconda guerra mondiale, quando il padre di lei era di stanza alle porte della città. La famiglia di Marta era originaria di Milano e del vicino Lago d’Iseo; il padre era un affermato importatore di metalli.

Luca era il minore di quattro figli, ma i suoi genitori avevano adottato una quinta figlia: Sandra, proveniente da una situazione difficile a Roma, era subito entrata a far parte della famiglia. Luca ha avuto un’infanzia felice, con molti fine settimana trascorsi nel gruppo scout cittadino.

L’incontro con la futura moglie, Carla Bernini, è avvenuto al liceo, e il loro rapporto ha continuato a fiorire nei primi anni ’70 all’università di Bologna, dove lui studiava storia e lei filosofia. Dopo il matrimonio, nel 1979, hanno aperto una piccola libreria nel centro di Mantova. Non è raro trovare Luca felicemente nascosto nel magazzino, immerso nella lettura, invece che al banco con la clientela. Dopo aver organizzato con grande successo diversi incontri tra scrittori e lettori, nel 1994 i Nicolini hanno deciso di trasferire la loro libreria, la Nautilus, in una sede più ampia.

Nel suo ruolo di presidente, Luca Nicolini è sempre riuscito a eludere i tentativi dei partiti politici di ingerire nel festival. A un certo punto è stato fatto il suo nome come potenziale sindaco della città ma, preoccupato che questo potesse compromettere la sua imparzialità all’interno del comitato organizzatore, ha preferito non lasciarsi coinvolgere nella vita politica locale.

Luca salutava tutti con un sorriso cordiale e durante la settimana del festival lo si vedeva sempre spostarsi da un evento all’altro in bicicletta, con il pass che gli dondolava al collo. Non perdeva mai il suo aplomb, nemmeno davanti a quattrocento persone in fila per un incontro all’aperto nel momento in cui cominciava a scrosciare la pioggia, o quando qualche autore irascibile abbandonava il palco nel bel mezzo di un evento.

Era curioso, affabile e amava divertirsi, e non ha mai perso l’amore per la vita. Lascia Carla e i due figli: Giuseppe, funzionario del comune di Bologna, e Maddalena, che vive a Bolzano, dove lavora come graphic designer.

Poche cose lo rendevano più felice del fermento di autori e lettori che si riunivano sullo sfondo dello skyline di Palazzo Ducale a fin estate. Amava viaggiare, soprattutto in Italia e in giro per l’Europa, e come molti suoi connazionali era un grande tifoso della Juventus.

Queste due passioni si incrociano nel 2006, l’anno della Coppa del Mondo, quando insieme a Carla intraprende un lungo viaggio in auto per andare in Albania a trovare Giuseppe, che sta portando a termine un periodo di servizio civile nei Corpi di pace italiani. Oltrepassano il confine sloveno e quello croato per poi fermarsi a pernottare a Sebenico. Mentre l’addetto alla reception provvede al check in, rimangono sorpresi di vederlo indicare prima Luca e poi la foto sul passaporto: solo in quel momento si rendono conto che sta viaggiando con il passaporto della suocera (che, come lui, porta gli occhiali).

Ciononostante, decisi a proseguire, i Nicolini riescono a superare i confini con la Bosnia e il Montenegro. A un posto di controllo trattengono il respiro vedendo un’ombra di dubbio calare sulla faccia del poliziotto, ma per fortuna fila tutto liscio, e proseguono fino al confine albanese, dove li aspetta Giuseppe.

Chissà se perché colpiti dalla padronanza della lingua recentemente acquisita da Giuseppe, o per lo stupore all’idea che i due abbiano la faccia tosta di tentare di entrare nel paese senza passaporto valido, gli agenti della polizia di frontiera li fanno passare con un sorriso.

Luca Nicolini, cofondatore e presidente di Festivaletteratura, era nato il 28 ottobre 1953. È morto di tumore al pancreas il 7 maggio 2020 all’età di sessantasei anni.

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