Il peso di uno sguardo
9 9 2021
Il peso di uno sguardo

Facchini, Petricelli e Riccardi sul ruolo degli sguardi nell’adolescenza (e non solo)

«A volte viene naturale credere di potersi immedesimare nei personaggi di cui leggiamo solo se quei personaggi si trovano nella nostra fase della vita, ma basta riflettere un poco sulle proprie letture e ricordare tutti quei personaggi anagraficamente giovani o vecchi in cui lettori e lettrici di tutte le età si sono riconosciuti e continuano a riconoscersi per vedere che così non è». Come previsto da Alice Urciuolo nel suo contributo per il catalogo di Festivaletteratura Giovinezza, non si fatica a comprendere le storie e gli stati d’animo delle protagoniste del romanzo Ladra di jeans di Giuliana Facchini e del fumetto Per sempre di Assia Petricelli e Sergio Ricciardi, ad ulteriore conferma che la narrativa per ragazzi è una letteratura che sa parlare a tutti.

Tuttavia, lo stesso discorso non può valere per gli adulti che desiderano rappresentare l’universo degli adolescenti senza la presunzione di voler instillare le regole dei grandi, come era solita la narrativa per ragazzi specialmente nel passato, e che tentano di dipingere l’adolescenza (il primo amore, l’amicizia nella diversità, la ricerca della propria identità…) con sincerità, senza idealizzarla né falsificarla, ovvero con lo sguardo dei ragazzi stessi. A tal fine Petricelli e Riccardi, da un lato, hanno viaggiato nel passato rimpossessandosi dei propri ricordi, talvolta anche fisici, come i diari, per comprendere quelle questioni, e i sentimenti ad esse collegate, che «al di là del passare del tempo restano inalterati». Dall’altro, Facchini ha mantenuto con estrema attenzione le distanze da Gemma e Padma, le sue protagoniste, affinché entrambe non avessero elementi autobiografici ma fossero descritte, con un «lavoro a tutto tondo», nel modo più veritiero possibile.

Il tema dello sguardo, o meglio del gioco di sguardi, femminili o maschili che siano, è approfondito in entrambi i libri qui messi a confronto e li accomuna ancora una volta. Infatti, le giovani protagoniste vogliono sfuggire agli occhi degli altri e al contempo hanno la necessità di vedersi attraverso lo sguardo altrui, anche quando si scrutano loro stesse attraverso lo specchio. Una riflessione di Rossana Rossanda, citata anche ad apertura del graphic novel di Petricelli e Riccardi, delinea la pericolosità di questi atteggiamenti: «Uno specchio la accompagna sempre: è lo sguardo dell’uomo sul suo corpo, per cui è prima di tutto bella o brutta, bionda o bruna, gambe e seni e fianchi. Lei non può non vedersi vista».

È principalmente nell’adolescenza che si prende consapevolezza e si affrontano per la prima volta, mai senza difficoltà, gli innumerevoli canoni che la società impone continuamente, sull’aspetto fisico e su tutto il resto. Accettarli e non corrispondervi comporta sempre una sensazione di disagio, per esempio quella provata da Viola in Per sempre, che in spiaggia vuole sempre nascondere i fianchi sotto un pareo, o quella di Gemma in Ladra di jeans, che talvolta preferirebbe non essere guardata affatto.

Il peso di questo tipo di sguardo, guidato da stereotipi ed aspettative, ed esercitato non solo dall’uomo sulla donna ma anche tra le donne e tra gli uomini stessi, rischia di gravare anche in età adulta se non si comincia a guardarsi reciprocamente attraverso gli occhi di un mondo che accetta. Ed è con questa presa di coscienza che i lettori, a prescindere dalla loro età, così come le protagoniste, potranno (ri-)scoprire sé stessi.
Festivaletteratura