Il silenzio dopo lo sparo
9 9 2017
Il silenzio dopo lo sparo

Il risvolto privato del terrorismo dell'ETA nel romanzo di Fernando Aramburu

Mai la questione europea è stata così presente al Festival: sono molti autori ad esaminare in controluce i problemi di ieri e di oggi.


All’inizio c’erano Txato e Joxian, amici sin dall’infanzia. Cresciuti insieme, sono rimasti legati anche nell’età adulta: le rispettive mogli sono amiche, i figli anche. Poi, un giorno, Txato viene ucciso in un attentato dell’ETA, che aveva preso di mira la sua attività. Sulla sua morte cala il silenzio, un silenzio pesante dovuto alla freddezza e all’ostilità con cui vengono trattate le vittime dell’organizzazione e le loro famiglie; un silenzio a cui è costretto anche Joxian, e che spinge la moglie di Txato, Bittori, ora isolata da tutti, ad allontanarsi dal luogo dove vive. Vi farà ritorno solo dopo anni, per cercare di tirare le fila del passato.

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Racconta la storia Fernando Aramburu, scrittore basco, nel suo romanzo Patria. Uscito in Spagna nel 2016 e in Italia solo una manciata di giorni fa, Patria è stato presentato oggi a Festivaletteratura durante un affollato incontro con l’autore, moderato dal giornalista e scrittore Wlodek Goldkorn.

Il romanzo di Aramburu si muove in una dimensione pubblica – quella del Paese basco tra gli anni Settanta e Ottanta, teatro di pressanti fermenti indipendentisti e culla dell’ETA – e in una privata – quella delle famiglie, protagoniste appunto dello scritto: «volevo abbracciare anche la storia privata del paese», ha spiegato l’autore.

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E così entrano in gioco l’ostilità e il silenzio, la cosiddetta «vergogna delle vittime» e dei loro famigliari che si vedono di colpo indicati per strada o citati sul giornale; e ancora, le scene in cui Bittori parla con la tomba del marito al cimitero, «un luogo d’amore e di verità» dove la donna dialoga con lui come se fosse ancora vivo. I risvolti concreti, quotidiani e personali, insomma, del fanatismo dell'ETA. Anche l’autore, nato a San Sebastián nel 1959, ha assistito per anni alla propaganda degli etarras. «Ma non si può costruire una civiltà libera e pacifica uccidendo», ha spiegato.

L’ETA (acronimo di “Euskadi Ta Askatasuna”, ossia “Paese basco e libertà”), è un’organizzazione separatista e terroristica sorta nel 1959 con l’obiettivo di propugnare l’indipendenza del Paese basco. Si è avvicinata qualche anno dopo alla lotta armata, che è cessata solo nel 2011 e che ha prodotto più di 800 vittime. Il disarmo definitivo è però avvenuto solo pochi mesi fa, ad aprile 2017.



Per chi vuole approfondire il percorso, Festivaletteratura propone gli eventi 21 DALLE SPONDE DEL VOLGA - 28 TI RACCONTO LA MIA EUROPA - 70 FAR WEST CROAZIA - 117 UNA FORCHETTA CONFICCATA NEL TERRENO - 127 UN'EPICA CONTEMPORANEA - 143 IL SILENZIO DOPO LO SPARO - 174 LETTERATURA D’ESILIO - 197 ALEXANDERPLATZ, AUF WIEDERSEHEN! - 199 UNA PARTITA PER RICOMINCIARE - 224 DIECI ANNI DI VOCABOLARIO EUROPEO

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