Il tempo di una storia
11 9 2021
Il tempo di una storia

Elisa Ruotolo e Lucio Schiavon riportano in vita le parole di Borges

«La via è la Pietra. Il punto di partenza è la Pietra. Se non capisci queste parole, non hai ancora iniziato a capire. Ogni passo che farai è la meta».

Da Jorge Luis Borges, La Rosa di Paracelso

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Nel silenzio del salone di Palazzo della Ragione, Elisa Ruotolo ridà voce, insieme alle immagini di Lucio Schiavon (autore della copertina del programma e della grafica di Festivaletteratura 2021) a due emblematici racconti di Jorge Luis Borges: La rosa di Paracelso e Tigri Azzurre.

La chiara voce di Elisa Ruotolo sovrasta il silenzio dei presenti. Le parole di Borges prendono vita tra le pennellate di Lucio Schiavon, portando in scena una danza di colori.

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Il primo dei racconti, il più emblematico tra i due, è tratto dalla raccolta di racconti Il libro di sabbia e narra di un dialogo tra Paracelso ed un giovane che vorrebbe diventare suo discepolo. Quest’ultimo, credendo di far buona cosa viste la condizioni economiche di Paracelso, si presenta alla sua porta con alcune monete d'oro come segno di devozione. Così tra i due inizia un dialogo che è un confronto sulla vita dove il giovane chiede al maestro una prova dei poteri che tutti affermano che lui possiede. Paracelso si rifiuta e gli fa capire che nella vita ciò che importante è la fede negli altri, oltre ovviamente a quella in sé stessi.

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Ma Paracelso tocca anche altri temi come quello sul senso della vita, che secondo il maestro va intesa non come obbiettivo da raggiungere ma come viaggio, che rappresenta un processo per raggiungere sempre più alti livelli di consapevolezza e di verità, indipendentemente dagli obbiettivi materiali. Rigore, sacrificio e impegno sono per Paracelso il percorso che porta quel miglioramento che rendere la vita degna di essere vissuta. Il dialogo si conclude con il giovane che si allontana e con il maestro Paracelso che, una volta rimasto solo, compie la magia che gli era stata richiesta di compiere.

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I racconti di Borges, come del resto tutta la sua produzione, sono profondi e magici. I ritmi dei racconti oscillano tra silenzi e di rapidi dialoghi, rievocando significati profondi sul senso della vita. Il tempo stesso dei racconti, il passaggio dal giorno alla notte, un momento in cui la visione umana è scarsa, è anche quello in cui avvengono trasformazioni. È una dimensione che mette in discussione ciò che permette il processo trasformativo. Il fascino di questi racconti è racchiuso nell’intreccio di parole, immagini e sfumature di colori e ombre in cui i protagonisti illuminano e indagano sui grandi enigmi imperscrutabili della vita.

Festivaletteratura