Interrogarsi è sempre faticoso, ma in epoche di grande crisi come la nostra, come quella umanista, è l’unico modo per affrontare i problemi. Rifugiarsi qui nelle certezze significa imitare gli struzzi.
Tra i portici del palazzo di San Sebastiano Massimo Cacciari ricostruisce l’ambiente culturale dell’Umanesimo e la spinta al cambiamento che ha permesso una nuova apertura alla realtà. Nel Quattrocento la corporalità riconquista il suo spazio, libera dalle strette dell’ascetismo medievale, e l’esperienza individuale diventa fondamentale per la conoscenza: solo attraverso lo spirito dei contemporanei rivivono i classici. Le loro opere non sono cumuli di dati da memorizzare ma modelli con cui confrontarsi. L’insegnamento è più che mai attuale.
Prima di salire sul palco Massimo Cacciari si ferma con la redazione del Festival.
Se volete scoprirne di più potete leggere il nostro approfondimento all'evento.