L’effetto coperta
9 9 2021
L’effetto coperta

Corso intensivo di geoingegneria

La scienza non ha, “la risposta giusta” per risolvere l’emergenza climatica che stiamo attraversando.

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Emanuele Penocchio del collettivo eXtemporanea, in un incontro della serie "Lavagne", quest'anno per la prima volta davanti alla rotonda di San Lorenzo, ha tenuto un corso intensivo di geoingegneria, dimostrando come il cambiamento climatico sia un fenomeno anche sociopolitico.

Il professore insegna che il meteo è diverso dal clima: il primo risponde alla domanda “come mi vesto oggi?” mentre il secondo “come costruisco la mia casa?”. Il clima infatti è la caratterizzazione statistica del tempo meteorologico; è un sistema molto complesso ma, semplificando, potremmo dire che è determinato dai raggi solari che attraversano l’atmosfera. La geoingegneria si propone di modificare la composizione atmosferica per cercare di avere un qualche controllo sul clima.

Ozono

I raggi solari non hanno frequenze uniformi: vi sono raggi che fanno parte dello spettro del visibile o raggi ultravioletti. Durante la lezione abbiamo considerato i primi due strati dell’atmosfera (troposfera e stratosfera). L’ossigeno che compone l’atmosfera (21%) quando attraversato da raggi solari, grazie a dei meccanismi chimici di assorbimento, può creare ozono che si trova in una fascia precisa della stratosfera e funge da scudo per la terra dai raggi ultravioletti. L’ozono in atmosfera si può anche decomporre attraverso un meccanismo di distruzione molto lento, corrotto da un’opera geoingegneristica inconsapevole. Viste le loro proprietà di inerti e di sostanze non pericolose per l’uomo, i clorofluorocarburi vennero massicciamente utilizzati per cicli frigoriferi e bombolette. Queste sostanze rappresentarono un grande progresso tecnologico, ma, una volta in atmosfera, attraverso varie reazioni chimiche, il cloro risultò un catalizzatore per il meccanismo di distruzione dell’ozono che causò un progressivo assottigliamento dello strato di ozono fino ad arrivare all’ormai celebre buco nell’ozono. Dal 1985 col protocollo di Montreal venne vietato l’utilizzo e limitata la produzione di quelle sostanze che minacciano lo strato di ozono. I tempi di reazione dell’atmosfera sono lunghi, possiamo dire che entro il 2100 riusciremo a tornare a uno spessore corretto dello strato di ozono.

Un recente studio della NASA afferma che dal protocollo di Montreal i livelli di ozono si stanno effettivamente riequilibrando. Grazie a un monitoraggio continuo dal 1980 circa possiamo affermare che i livelli di cloro stanno diminuendo e che il buco nell’ ozono si sta conseguentemente riducendo e continuerà a ridursi

Aumento temperatura terrestreConsideriamo ora i raggi solari dello spettro visibile, utili alla fotosintesi o assorbiti come calore e rimbalzati attraverso l’atmosfera di nuovo sulla terra. Quest’ultimo processo è l’effetto serra - o, come lo ha chiamato Penocchio, "effetto coperta". L’ effetto serra, contrariamente a quanto siamo portati a pensare, è positivo per il nostro pianeta perché permette di innalzare la temperatura media da -18°c a +15 °c. Il problema sorge con l’aumentare di CO₂ (anidride carbonica) di origine antropica, che a sua volta causa un innalzamento delle temperature.

Video: Movement of Carbon Dioxide Between the Air and Sea – Climate Change: Vital Signs of the Planet (nasa.gov)

Per risolvere questo problema potremmo evitare di emettere CO₂, oppure agire su uno dei parametri che in equazione danno la temperatura terrestre: l’albedo. Il parametro albedo è la percentuale di radiazione riflessa dalla terra che sta progressivamente diminuendo, anche a causa dello scioglimento dei ghiacciai che avendo un’alta riflettività riflettono le radiazioni solari, facendole rimbalzare dalla terra allo spazio.

Anno 1991: il vulcano Pinatubo eruttando emette anidride solforosa che a sua volta, innesca la formazione di aereosol che riflettono le radiazioni solari dalla stratosfera. Molti scienziati ricercano la possibilità di cambiare l’albedo terrestre formando questi aereosol: non sembra né costoso né complicato; con le nostre tecnologie potremmo farli sparare dagli aerei in volo. Questa soluzione presenta tuttavia alcune problematiche: immettere aereosol potrebbe causare piogge acide e diminuire i livelli di ozono. Anche se si dovesse accettare un’opera geoingegneristica di questo tipo, i livelli di anidride carbonica all’interno della nostra atmosfera non varierebbero così come i problemi ad essa legati come l’acidificazione degli oceani. Il clima è talmente complesso che non possiamo credere che cambiando una variabile possiamo arrivare alla soluzione.

Cambiamento climatico socio-politico

Il rischio di compiere un’azione geoingegneristica è soggettivo. Il clima è un sistema caotico, la scienza può dare stime ragionevoli di cosa può cambiare in termini di probabilità ma non può fornire una soluzione “corretta”. Da una parte abbiamo un sistema economico capitalista che risentirebbe della riduzione di CO₂, dall’altra un pianeta sempre più inospitale tra innalzamento dei mari, surriscaldamento, acidificazione degli oceani e fenomeni atmosferici sempre più estremi «l’ambientalismo senza lotta di classe è giardinaggio» (Chico Mendes).

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