L'uomo e il paesaggio
10 9 2021
L'uomo e il paesaggio

Elena Granata, Annalisa Metta e Luca Molinari: Prospettive future nelle relazioni tra uomo, architettura e natura

L'adattamento dell'uomo ai cambiamenti climatici è un tema oggi più che mai urgente e interessa in modo marcato anche l'architettura, le città e la natura.

L'urbanista Elena Granata e gli architetti Annalisa Metta e Luca Molinari affrontano il vasto argomento del rapporto tra questi elementi attraverso un dibattito affacciato sul quotidiano, sugli spazi urbani, sul loro rapporto con l'uomo e viceversa. Un approccio differente, problematico, illuminante che si concentra sul cercare nuovi strumenti critici, teorici, sperimentali che permettano di costruire nuovi modi di affrontare questa relazione complessa tra una città globale, immensa e minerale che esiste -con cui dobbiamo fare i conti- e un'idea di natura che cambia continuamente.

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«Come possiamo rappresentare la parola natura rispetto alla situazione che stiamo vivendo? Cosa vuol dire confrontarsi con questa parola così complessa e densa di significati oggi, e cosa prendere da questo termine per costruire degli strumenti utili per guardare in avanti?»

La natura non può che definirsi in termini di reciprocità, è come un sistema relazionale in cui c'è sempre qualcosa che si concatena con qualcos'altro. È inoltre tutto ciò che abbia un certo grado di autonomia di comportamento.

Con questo incipit gli autori pongono la questione con una pluralità di sguardi, come il vedere le catastrofi naturali in modo diverso, non dover per forza riportare tutto perfettamente com’era prima ma aprire ad altre possibilità e non fermarsi alle costrizioni mentali passate che vincolano la progettazione del paesaggio.
È fondamentale imparare a vedere e ascoltare, soprattutto trasmettere questo modus operandi alle nuove generazioni nelle aule universitarie, raccontare ciò che funziona, insegnare il progetto che si avvicina alle persone e che non preveda sempre e comunque il dover colmare un vuoto.
Uno degli esempi cardine è l’aeroporto di Tempelhof a Berlino, che una volta dismesso è diventato, grazie alle persone che lo hanno frequentato e lo frequentano, un parco pubblico:

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«Le storie virtuose ci insegnano che è possibile» L.M.

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