La cura dell'altro come condizione umana
13 9 2015
La cura dell'altro come condizione umana

Buone pratiche per curare e curarsi

Quando ci parlano di cura le prime immagini che ci vengono in mente sono quasi sempre le stesse: ospedali o case di riposo. Anche le persone che "si prendono cura" corrispondono ad uno stereotipo preciso: donne, madri, spesso straniere (pensiamo alle colf). Le cose che si curano sono poche: il corpo, soprattutto, a volte la mente. I media ci hanno anche abituato a pensare che la cura si lega a sentimenti morali: l'ambito semantico che le corrisponde è quello della pietà, della compassione, dell'aiuto. Come nel rapporto medico-paziente, ci hanno insegnato che ha anche una precisa struttura gerarchica: c'è qualcuno che ha bisogno e qualcun altro che ha il potere di aiutarlo.

Per tutti questi motivi oggi la cura è sempre più settorializzata e limitata. Secondo Luigina Mortari, autrice di Filosofia della cura, si tratta di un concetto molto più potente, che sarebbe addirittura alla base della stessa condizione umana. Gli esseri umani sono incompleti, vulnerabili: per questo tutti noi abbiamo bisogno di qualcuno che si prenda cura di noi. È un processo che dovrebbe essere sempre reciproco e volto alla crescita personale. Per vivere e per essere felici abbiamo sempre bisogno di qualcuno che si prenda cura di noi.

Eppure, per quanto la cura sia irrinunciabile, è difficile pensare a qualcosa di più complesso. Quale atteggiamento adottare verso l'altro? Come mantenere l'equilibrio perfetto senza scadere né nel patetismo né nella volontà di dominio? Se è fondamentale avere un atteggiamento di ascolto e comprensione, non è sempre chiaro come questo si debba poi articolare nel concreto. Prendersi cura è un'azione che ci costringe a imparare a leggere gli altri, ma soprattutto a confortarci con le nozioni di bene e di giusto. Cosa è meglio fare per l'altra persona?

Quel che è certo è che curare non può limitarsi solo ad una serie di azioni meccaniche e impersonali. Nella cura dell'altro è indispensabile che ci sia una nuova visione più aperta, più attenta all'individuo e non limitata solo ad alcune categorie sociali o di genere. La buona cura non deve essere solo una prassi da adottare in ambito medico o educativo, ma la vera base dei rapporti tra gli individui.

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