La letteratura al servizio della vita
8 9 2019
La letteratura al servizio della vita

Scrittura e lettura per comprendere il nostro vissuto

Dopo il bell’incontro tenutosi in Piazza Castello, Manuel Vilas incontra nuovamente i suoi lettori per approfondire alcuni dei temi già affrontati durante la presentazione di In tutto c’è stata bellezza e per parlare di letteratura a tutto tondo.

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Partendo dalla semplice questione traduttiva in merito alla versione in italiano del titolo – Ordesa, il titolo originale, è stato di fatti reso con In tutto c’è stata bellezza da Bruno Arpaia – Vilas sostiene che è come se ogni libro fosse dotato di vita propria, come se ciascuno fosse un’anima inquieta che si muove oltre i confini linguistici.

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Dietro a Ordesa, nome di un parco nazionale spagnolo a cui il padre dell’autore era molto affezionato, si cela il senso criptico ed enigmatico dell’esistenza: «le montagne di Ordesa sono ancora lì, mentre i miei genitori non ci sono più. C’è dietro l’idea misteriosa della natura perdurante rispetto alla fugacità della vita umana», rivela Vilas. La fragilità dell’essere umano si nasconde perciò dietro al senso del libro; e quale maniera, se non il racconto autobiografico, viene in soccorso dello scrittore spagnolo per elaborare il dolore per la perdita dei propri genitori. Autobiografia che è anche il genere preferito dell’autore: il patto autobiografico che si instaura fra lettore e narratore infatti aiuta a confessare il proprio dolore e a riflettersi nelle azioni dei personaggi, a immedesimarsi nelle situazioni per ricavarne un insegnamento utile per le nostre esistenze personali. Per Vilas la scrittura assume quindi un valore terapeutico; scherzando col pubblico confessa di essere una persona tirchia e che scrivendo «ho risparmiato sulla fattura dello psichiatra». Scrivere pertanto aiuta ad elaborare il dolore e a comprendere la vita.

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Scrivere. Ma anche leggere. Per Vilas è fondamentale ribadire la centralità della letteratura oggi: «una società che legge, è una società che progredisce. Chi legge sa cogliere le sfumature, può comprendere meglio la vita, può diventare più tollerante e libero. Chi non legge vede solo bianco o nero, tende verso atteggiamenti autoritari e intolleranti». L’attenzione dell’incontro si sposta quindi verso l'idea di una letteratura che possa contrastare la delusione e la sfiducia delle persone dovute alla crisi attuale. E per farlo possiamo solo ripartire dal nucleo fondante delle nostre società: la famiglia, il luogo dove «gli esseri umani diventano veramente esseri umani, l’unico posto dove le relazioni non sono determinate dal capitalismo, dove le persone sono persone, e non cose».

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