De Masi: Smart Working, la tecnologia al servizio dell'uomo
Dal 2020 lo Smart Working è diventato parte di molte realtà lavorative, è una forma di telelavoro che si è diffusa rapidamente durante la situazione straordinaria della pandemia e per questo viene interpretato in un'ottica negativa, oppure combattuto da posizioni ideologiche come il neoluddismo.
Domenico De Masi, docente di Sociologia del lavoro, ha spiegato nell'incontro tenutosi a Palazzo San Sebastiano come lo Smart Working offra la possibilità di svincolarsi dal neoliberismo e dalle sue conseguenze, prima fra tutte il senso di precarietà.
De Masi parte da un excursus storico sulla concezione dell'attività umana: è interessante scoprire come una prima riflessione sul rapporto tra lavoro umano e la tecnologia sia presente nella Politica di Aristotele (IV sec). Il filosofo greco sosteneva difatti che se fossero esistiti un telaio o un'arpa animati mossi da un movimento proprio (automatici), non ci sarebbe stata la necessità degli schiavi e quindi l'uomo avrebbe dedicato il proprio tempo all'elevazione dello spirito, qualità indispensabile per essere un buon cittadino.
Prospettiva poi completamente ribaltata nel corso della storia dalla Rivoluzione industriale e dalla nascita del capitalismo. Le macchine infatti non hanno affrancato l'uomo dal lavoro, ma al contrario lo hanno ulteriormente vincolato ad esso, rendendo necessarie le prime forme di welfare per la tutela della classe operaia.
Se
si considera la seconda metà del Novecento, il progressivo intervento
dello Stato nel regolamentare il settore privato è stato frenato
dalla nascita del neocapitalismo (definito da De Masi come un «mostro
dalla creazione intenzionale»), sistema che trova la sua massima
espressione nello slogan del presidente Reagan «affamare la bestia»,
nell'utilizzare l'insicurezza e la precarietà come strumenti di
controllo sociale.
Inoltre, il sociologo sottolinea come la «crescita infinita» perseguita dal capitalismo non sia la soluzione, perché come si è dimostrato, la produzione della ricchezza non limita la disoccupazione se non si investe nella creazione di nuovi posti di lavoro. De Masi individua la possibilità di una distribuzione più equa del lavoro attraverso la riduzione dell'orario lavorativo e nello Smart Working, che consente di lavorare ovunque con una tecnologia a cui tutti abbiamo accesso.
Inoltre, questa modalità a distanza permette di «mischiare la vita e il lavoro» e di recuperare del tempo per «l'ozio creativo», che il sociologo riconduce all'importanza dell'elevazione dello spirito individuata da Aristotele, essenziale per essere cittadini e uomini più consapevoli.