Le confessioni del giovane Tidman
8 9 2018
Le confessioni del giovane Tidman

La non-autobiografia di Aidan Chambers

I piccoli volontari della redazione junior sono più che pronti. Saranno loro a raccontare gli eventi con nuove prospettive e presentare i laboratori della Casa del Mantegna, dedicati al nostro pubblico più giovane.


Dopo la pubblicazione di Questo è tutto, Aidan Chambers ebbe una crisi esistenziale per la quale pensò che non sarebbe più riuscito a scrivere nulla. Cominciò quindi a fare tutte quelle cose che da giovane pensava non avrebbe mai fatto e iniziarono a riaffiorare i ricordi di quando era ragazzo.

Così il suo medico gli disse che quel genere di problema poteva essere risolto scrivendo la sua autobiografia. Dopo aver provato, Chambers capisce che detesta scrivere autobiografie perché non gli piace raccontare fatti realmente accaduti e in ordine cronologico e ritiene inoltre che quasi tutte le biografie omettano tutto ciò che non si vuole far sapere, dipingendo così gli autori come persone perfette. Decise così di scrivere la sua storia come se fosse stata vissuta da uno dei suoi personaggi. Dato che i ricordi della sua infanzia erano pochi e confusi, e non avendo tenuto un diario poiché ovviamente non sapeva ancora scrivere, decise di raccontare i primi anni della sua vita in terza persona, per poi passare alla prima persona durante l'adolescenza.

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Tra le foto mostrate durante l'incontro, spiccano quelle che ritraggono il piccolo Aidan e la sua migliore amica, dalla quale si è dovuto separare all'età di dieci anni a causa del trasferimento della propria famiglia, evento che segna la fine della sua infanzia. Nella nuova città, facendo amicizia con un bambino, scoprì l'esistenza della biblioteca, luogo del quale non aveva mai sentito parlare. Passa così in poco tempo d'aver letto un solo libro tredici volte, a leggerne quattro alla settimana. Intorno al 1955, Chambers, chiede al padre la sua prima macchina da scrivere, una richiesta particolare per un uomo dell'epoca. Nonostante questo il padre acconsente volendo però che il figlio imparasse a battere su una macchina da scrivere più vecchia.

Un tema che emerge anche nei suoi precedenti libri è la relazione padre e figlio che ha un posto anche in quest'opera, specialmente in un particolare capitolo dove riporta le pagine di un suo vecchio diario scritto durante un viaggio in barca con il padre, unico momento in cui i due hanno avuto una vera conversazione.


Per chi vuole approfondire il percorso, Festivaletteratura propone:

Evento 21 “Traduttore traditore” - Evento 63 “Italia mon amour” - Evento 91 “Fino a leggermi matto” - Evento 94 “Che fine ha fatto la letteratura?” - Evento 125 “Secolo di libri e rivoluzioni” - Evento 157 “Voci dal Novecento” - Evento 165 “Memoir americano” - Evento 182 “Su dei filobus di Leningrado” Evento 200 “Il canto delle sirene” - Evento 204 “La vita (non) è inchiostro su carta”.

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