Roma ai margini
La letteratura contemporanea offre uno spaccato affascinante e inquietante sulla criminalità, come dimostrano le opere di Gigi Riva con Ingordigia (Mondadori, 2024) e di Francesca Fagnani con Mala: Roma criminale (SEM, 2024).
Queste inchieste giornalistiche mettono in primo piano la realtà della criminalità a Roma, esplorando dinamiche nascoste e spesso sottovalutate che caratterizzano la vita della capitale.
Un tema centrale in entrambI gli scritti è la resistenza culturale di Roma ad essere etichettata come città mafiosa. A differenza di Palermo o Napoli, la "città eterna" mostra una particolare riluttanza ad affrontare la propria realtà criminale.
Riva sottolinea come la capitale abbia ospitato diverse mafie senza mai svilupparne una locale forte e riconosciuta.
Il racconto di eventi violenti, come l'omicidio di Fabrizio Piscitelli, noto come Diabolik, svela una Roma in eterna contraddizione, dove Piscitelli, figura carismatica del tifo laziale descritta in Mala, incarnava un legame tra il mondo criminale e quello legittimo.
Attraverso le loro inchieste, Riva e Fagnani tracciano un quadro in cui la violenza è parte integrante della vita quotidiana.
Nel suo libro, Riva introduce il concetto di ingordigia, un sentimento così profondo da non avere memoria e che si manifesta nella continua ricerca di profitto.
La discussione si estende al narcotraffico, ben rappresentato in Mala, dove si analizzano i cartelli e le loro gerarchie.
Entrambi gli autori sottolineano la rete interconnessa di potere e criminalità a Roma.
Le storie di Massimo Bochicchio e Michele Senese mostrano come il crimine possa infiltrarsi nei circoli più esclusivi della società. Bochicchio, broker dei vip, usava le sue doti persuasive per attrarre investimenti, creando un sistema in cui seduzione e inganno si mescolano. La sua fine misteriosa segna un punto di svolta, rivelando le fragilità di un apparente sistema solido.
Fagnani, si focalizza sul mondo dei margini: i gruppi albanesi e le loro interazioni con la 'Ndrangheta, così come il profilo di Matteo Costacurta, detto “Principe” per le sue origini nobili, offrono una riflessione sul ribaltamento dei ruoli sociali. Costacurta, amministratore di un circolo di polo, si trova a svolgere il ruolo di killer in un contesto che non avrebbe mai dovuto incrociare.
Le inchieste dei due autori pongono inoltre interrogativi sul conflitto di classe.
Nella storia di Bochicchio si evidenzia come la speranza di guadagni facili attragga investitori di classe privilegiata, mentre Fagnani rende evidente come il crimine possa essere un rifugio per chi non ha altre opportunità.
La dicotomia tra i due mondi rappresenta un tema cruciale, evidenziando le fratture sociali e le interazioni tra le diverse classi.
L'esplorazione di temi come violenza, ingordigia e reti di potere, rivela un livello sotterraneo della capitale: da una parte, una Roma immobile nella sua bellezza; dall’altra, una città dove persone vengono sequestrate e torturate per debiti di droga.
Queste inchieste contribuiscono a una maggiore consapevolezza delle sfide che la città affronta, invitando a una riflessione profonda sulla memoria e sulle responsabilità collettive.