Monoteismo e politeismo nelle società moderne
9 9 2016
Monoteismo e politeismo nelle società moderne

La possibilità dell'approccio religioso plurale

Nell’evento Figli di dei minori, Alessandro Zaccuri e Maurizio Bettini si interrogano su una tesi che appare controversa nella società contemporanea occidentale: monoteismo o politeismo?

Il nostro paese e la nostra cultura sono stati abituati alla forma di approccio religioso singolare, e l’idea di una pluralità potrebbe confondere sia il cristiano frequentante sia il laico disinteressato. Se il giornalista Zaccuri introduce il proprio discorso al pubblico dicendo «innanzitutto io sono un monoteista», Bettini, laico studioso di religioni antiche, difende la tesi del politeismo. La sua riscoperta avviene in chiave civile e muove le sue basi su osservazioni e studi storici. La prima differenza fondamentale che mette punto fra politeismo e monoteismo è di tipo strutturale: il primo è di tipo inclusivo, ovvero prevede che altre divinità siano accettate e incluse all’interno della propria visione (i romani cambiarono semplicemente il nome degli dei greci, ma si trattava degli stessi); il secondo è di tipo esclusivo, ovvero scredita le altre divinità professando e insistendo sulla veridicità del proprio dio. Fu proprio l’avvento dei tre grandi monoteismi (ebraismo, cristianesimo e islam) a scacciare la possibilità della pluralità. Un’altra differenza fondamentale, secondo Bettini, sta nell’uso della religioni come strumento politico, soprattutto nei conflitti religiosi. Queste non sono possibili fra politeismi, mentre sono state (e sono tuttora) una triste caratteristica del monoteismo. Ecco perché lo slogan «non avrai altro Dio all’infuori di me» non è poi tanto diverso da «Allahu Akbar», per quanto riguarda la monopolizzazione delle masse.

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Il concetto stesso di fede viene diffuso a partire dal cristianesimo. Prima non si aveva fede negli dei, nel senso che non esisteva il concetto di credere in loro: esistevano senza alcuna ombra di dubbio. Mentre con l’avvento del Dio cristiano, la fede in lui diventa un dovere morale. A questo si aggiunga l’assenza di un libro sacro per le religioni politeiste, mentre la sua presenza fondamentale in quelle monoteiste, dove il libro sta al centro, ed è scritto da dio su dio. Oggigiorno, nuove tipologie di divinità si affacciano sulla società occidentale, in particolare su quella americana: il dio denaro, il dio delle banche, il dio delle carte di credito e così via. Anche questa è una particolare forma di politeismo. Ne parla Neil Gaiman in American Gods, romanzo citato da Bettini.

Zaccuri difende la sua tesi riflettendo sul fatto che il monoteismo non sia poi tanto basato sul possesso esclusivo della verità, quanto più sulla tolleranza religiosa (nata con Sant’Agostino nei confronti degli eretici). Inoltre, informa il pubblico della possibilità della convivenza fra monoteismi in alcuni centri europei.

Bettini ribatte definendo il cristianesimo con una certa ironia un “politeismo esclusivo”, data la presenza della trinità, della vergine e dei santi, ma data anche l’impossibilità di importare altri culti da altre religioni. Zaccuri conclude il dibattito citando Papa Francesco, secondo il quale i santi non possono essere considerati come dei e mantenendo quindi la natura monoteista del cristianesimo. I due autori non giungono ad una conclusione (impossibile) ma riescono ad intrattenere il pubblico con un dibattito acceso che non manca di divertire e di far riflettere.

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