Non c'è confine tra magia e realtà
8 9 2017
Non c'è confine tra magia e realtà

Eroine

I piccoli volontari della redazione junior sono più che pronti. Saranno loro a raccontare gli eventi con nuove prospettive e presentare i laboratori della Casa del Mantegna, dedicati al nostro pubblico più giovane.


Frances Hardinge, autrice inglese de L'albero delle bugie e Una ragazza senza ricordi, è l'ospite di questo evento, che mette in luce l'aspetto da eroine delle protagoniste dei suoi libri. La prima domanda che le è stata posta da Vera Salton, l'intervistatrice, è stata quali sono stati i suoi punti di riferimento, le sue eroine appunto, quando era giovane. Frances ci rivela di aver avuto una certa ammirazione per il personaggio di Jane Eyre, protagonista determinata e intelligente. L'autrice pensa che le vere eroine siano coloro che si pongono domande, scoprono misteri e non accettano la versione dei fatti data dagli altri, caratteristiche che si possono ritrovare nei suoi romanzi. Quando però si tratta di lei, ci spiega di essere stata una ragazza timida e tranquilla, brava a non farsi notare ma sempre attenta ad osservare il mondo degli adulti e quello dei suoi coetanei. Trovava il mondo normale monotono e amava credere che sotto le apparenze si nascondessero misteri.

Nei suoi libri tende a sottolineare il carattere forte e determinato dei personaggi femminili, in contrasto con gli stereotipi dei giorni nostri. «Non possiamo sapere chi siamo se non sappiamo chi siamo stati», questo è uno dei precetti di Frances, che è affascinata dai grandi cambiamenti della storia, in particolare dalle rivoluzioni e dalle transizioni. Inoltre ama scrivere di quei periodi perché all'epoca scienza e magia erano collegate, considerate come una cosa sola, cosa che ora non accade più.

Un aspetto importante per l'autrice è il fatto di sentirsi eroi e mostri allo stesso tempo: adora descrivere i personaggi in una situazione di cambiamento, in un momento in cui si sentono diversi da quello che erano prima. Se stai cercando di cambiare ci sarà sempre un aspetto di pericolo a trattenerti, ma ognuno di noi ha in sé una parte oscura, piena di rabbia che non deve essere mascherata o repressa.

Per concludere le viene chiesto se, secondo lei, i libri possono essere d'aiuto alle persone che non si sentono al loro posto nel mondo, un sentimento ricorrente nei suoi romanzi. La risposta è sì, il libri possono aiutare perché ti dicono che non sei solo, che non sei l'unico a sentirti così e che presto troverai una risposta.

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