Nuestra violencia es existir
7 9 2016
Nuestra violencia es existir

La sfida del voler vivere nel rumore del neoliberismo

Santiago López Petit, filosofo e attivista catalano, ha presentato il suo ultimo libro, Figli della notte. La sfida del voler vivere, nel primo giorno di Festivaletteratura. Il punto di partenza dell'intervento filosofico-politico di López Petit è la malattia della normalità – «la fatica del voler vivere» – che lo prende, in tutta la sua umanissima urgenza, al punto di fargli dire: «Ho deciso di scrivere questo libro su ciò che accade nella mia testa. Sul dolore che in essa vi abita e che non mi lascia vivere.»

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Questo gesto impudico del mettersi a nudo – come lo definisce il filosofo Gianluca Solla nella sua introduzione – è un gesto piccolissimo e insieme radicale: è da questa introspezione di natura tutta filosofica sul mal-stare che si schiude la prassi (filosofica e politica) di un ripensamento drastico di se stesso e, quindi, di tutto. Il coraggio emotivo del primo gesto – riconoscere la malattia e darla, quasi pornograficamente, agli occhi dei lettori – si riflette nel coraggio intellettuale ed etico di proporre un pensiero filosofico che si regge sulla perdita dell'equilibrio, cioè sullo sbilanciamento come forma possibile di resistenza al rumore permeante del neoliberismo. Figli della notte è davvero, come ha sintetizzato Solla, «un'avventura intellettuale perché un'avventura di vita».

L'impresa intellettuale di López Petit è capire come questo malessere globalizzato – questa fatica collettiva e personalissima che è la «notte» della quale siamo figli – possa essere trasformata in una «notte della resistenza». Il punto di partenza di questo atto resistenziale è per López Petit, sia biograficamente sia eticamente, l'ammissione della propria «notte» interiore, del proprio mal-essere, e l'orgoglio della propria condizione. La fatica del voler vivere non è più una condizione elitista da poètes maudits ma una circostanza condivisa: «tutti abbiamo problemi con la vita e sono problemi politici», dice López Petit. E in questa coscienza dell'anomalia come condizione condivisa, che López Petit vuole de-medicalizzare e politicizzare, in questo atto rivoluzionario di «alzarsi in piedi tra la vita e la morte», sta tutta la dimensione politica della filosofia della «notte» di López Petit.

Nella coscienza (e nell'orgoglio) dell'anomalia c'è una sfida al rumore del neoliberismo e del contemporaneo, quel sistema egemone che seda ogni violenza resistente e opprime con la forza dell'anonimato. E forse la sfida non è altro che l'unica vera via possibile, perché – come scrive El Pressentiment, il foglio surrealista del collettivo catalano Espai en blanc – «No tengo fuerzas para rendirme», non ho le forze di arrendermi.

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Festivaletteratura