"OASI!  Città, nature e altri miraggi", un podcast a cura di Annalisa Metta
28 11 2022
"OASI! Città, nature e altri miraggi", un podcast a cura di Annalisa Metta

Quattro puntate per esplorare le contraddizioni e ambiguità del rapporto tra città e natura

Nell’immaginario comune, le oasi sono scrigni di natura lussureggiante, che tipicamente si incontrano nei deserti come agognato approdo di salvezza. Eppure, le oasi non sono prodigi che spuntano presso sorgenti miracolose, ma costruzioni di generazioni di popoli che si sono tramandati l’arte ostinata di produrre acqua dal deserto, per coltivarlo e abitarlo. Non sono ‘naturali’, non vi è nulla di ‘spontaneo’: sono estremi artifici e richiedono lavoro e fatica, competenza e pazienza, lungimiranza e fiducia e affetto. Quando manchi la cura, sono rapidamente inghiottite dalla sabbia, per poi sparire. Le oasi sono la costruzione e la coltivazione di un desiderio, un’audace scommessa di futuro.

Per questo loro oscillare tra realtà e allucinazione, natura e tecnica, fragilità e perfezione, prodigio e progetto, le oasi dicono della nostra relazione controversa con l’ambiente: la nostra voglia e al contempo la nostra fatica a stare bene con il pianeta che abitiamo, in particolare con la città.

OASI! è un viaggio corale, guidato da Annalisa Metta, docente di Architettura del paesaggio presso l'Università degli Studi Roma Tre, che esplora queste traiettorie ondivaghe e perlustra le contraddizioni e le ambiguità delle relazioni tra città e natura, chiamando voci-guida provenienti dai campi dell’antropologia, arte, architettura, filosofia, paesaggio, storia, urbanistica. Proprio perché si parla di oscillazioni, negoziati e controversie, ogni puntata prende avvio da una coppia di parole in reciproca tensione.

LE PUNTATE (disponibili su Spotify, Apple Podcast e Spreaker)

1. Ossigeno / Ornamento. Etiche ed estetiche della natura

  • Il primo appuntamento è dedicato a esplorare le relazioni tra ecologia e bellezza, tra sostenibilità e piacere, in un momento in cui la preoccupazione per la crisi ambientale, per l’ossigeno che manca, per l’appunto, tende a fare della natura un erogatore meccanico di servizi ecologici, quantificabili, misurabili e consumabili. A parlarne, l’architetto del paesaggio Antonio Perazzi e la storica e critica dell’architettura Gaia Piccarolo.
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2. Agone / Artificio. Co-abitare e co-progettare un mondo multispecifico

  • La distinzione tra naturale e artificiale è tra i capisaldi più longevi e inossidabili della cultura occidentale. Eppure, tutte le specie artificializzano continuamente e insieme il mondo che coabitano, in un negoziato incessante, a volte pugnace, a volte guardingo, altre volte sodale. Abitare significa generare artifici condivisi e stare in agone. Ne parliamo con gli architetti Giovanni Bellotti e Alessandra Covini, di Studio Ossidiana, e con il filosofo Dario Gentili.
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3. Spavento / Speranza. La natura a (in)debita distanza

  • La natura fa paura per i suoi eccessi di temperamento, dalle inondazioni ai terremoti, dalle invasioni di cavallette alle malattie. Al contempo, il ritorno alla natura pare l’unica salvezza per un ‘pianeta in fiamme’ che è sempre più urbano. La natura è perciò pericolo ma insieme desiderio, minaccia e soluzione. La temiamo e però la invochiamo, ci spaventa e ci salva. Con noi, in questo oscillare, lo storico dell’ambiente Marco Armiero e l’urbanista Cristina Bianchetti.
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4. Incanto / Imprevisto. Nature e città in stati di eccezione

  • Diciamo ‘d’incanto’ quando accade qualcosa di curioso e inatteso, perciò l’incanto è una scoperta, un innamoramento che richiede un certo grado di difformità o inesattezza, necessari all’imprevisto manifestarsi della meraviglia. In città sedate dalla predittività di luoghi, situazioni, esperienze e comportamenti, la natura, nella sua presunta alterità dall’umano e dall’urbano, può essere un formidabile dispenser di eccezioni, imprevisti e reincanti. A raccontarlo, l’antropologa Stefania Consigliere e il curatore e critico dell’architettura Luca Molinari.
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