Ottiero Ottieri, lo scrittore di righe corte.
11 9 2015
Ottiero Ottieri, lo scrittore di righe corte.

Maria Pace Ottieri ricorda suo padre Ottiero Ottieri

Testimoni d’Archivio, il format nato con lo scopo di preservare la memoria dedica un incontro a Ottiero Ottieri, scrittore romano con una cifra stilistica molto particolare, ne parlano la figlia Maria Pace Ottieri con Silvio Perrella, amico e studioso dello scrittore.

Dopo aver letto alcuni poemetti, si è parlato della dote dello scrittore, una sintassi con 'righe corte', influenzata da un'insofferenza nei confronti della prosa.

Negli anni in cui Pier Paolo Pasolini si appropriava del romanesco delle borgate si discuteva molto, tra intellettuali, sulla leggittimità del dialetto. Ottiero Ottieri intervenne nel dibattito dicendo di possedere "solo la lingua che aveva in bocca". Era sprovvisto di una lingua materna, cresciuto a Roma da genitori toscani. Per questo motivo invidiava Pasolini che aveva il suo friulano.

Spesso, quando viaggiava, anche se non usciva dalla sua stanza d’albergo, riusciva a conoscere ugualmente il luogo parlando e intervistando tutte le persone che incontrava dentro l’hotel.

La meningite che lo colpì improvvisamente fu un suo modo per conoscersi, un territorio di resistenza in cui si lanciava in una sfida, non guarendo, stremando sia l'aspetto fisico che quello psichico. Sua figlia racconta la sua abitudine di utilizzarsi come cavia per tirare fuori da se stesso i sintomi della società. Non voleva guarire, disse uno psicoanalista, perché aveva paura poi di non riuscire più a scrivere.

Ottiero Ottieri lasciò i genitori ossessivi per andare a Milano. Voleva immergersi in un mondo industriale, non letterario, perché la sua adolescenza era stata intrisa di libri.

A Milano, dopo averla conosciuta in maniera fuggevole anni prima, reincontrò Silvana, la sua futura moglie. Ottiero Ottieri rimase scioccato dal comportamento degli industriali milanesi, quando questi si ammalano, anche gravemente, non lo dicono a nessuno, neanche ai familiari, per non perdere il loro ruolo sociale.

Maria Pace Ottieri ha concluso l’incontro dicendo che, nonostante tutto, suo padre era un uomo simpatico. Silvio Perrella conferma la tesi della signora raccontando i suoi aneddoti. Lo scrittore veva quella che si può definire una disponibilità tragica, ma anche comica. Quando ci si guarda lucidamente da fuori, capita che si scoppi a ridere.

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